Non si sa ancora molto del servizio di cloud streaming di Apple, se non il supposto nome di iCloud. Ma le major sembrano già entusiaste per il nuovo progetto musicale di Cupertino, definendolo addirittura come lo standard per l’intero settore del Web. Il riferimento è sicuramente a Google e Amazon, che ancora tentennano negli accordi di licenza con le case discografiche.
A quanto pare, Apple sarebbe riuscita ad attrarre gli investitori con particolari forme di revenue sharing, di cui non sono ancora dati sapere i dettagli, convincendo già alcuni big del settore, quali Warner. Per questo motivo, le major della musica starebbero attendendo prima di sottoscrivere contratti con Big G e Amazon, perché certe che iCloud sarà il “gold standard” per l’intera industria.
In effetti, Cupertino può già contare su una vastissima esperienza musicale derivante da quasi un decennio di iTunes Store, il negozio musicale più utilizzato al mondo, quindi non dovrebbe imbattersi in particolari problemi nell’imminente nuovo servizio di streaming. L’industria discografica, perciò, si sentirebbe cautelata nel lavorare con un partner di distribuzione che già conosce bene, preferendolo a due competitor che, per quanto conosciuti, non avrebbero fornito le stesse garanzie.
A prova di questo, le possibili cause legali in cui potrebbe presto imbattersi Google. Pare, infatti, che per il lancio della sua versione beta del cloud streaming musicale, Big G abbia effettuato una transcodifica dei brani: operazione, questa, che richiederebbe una nuova tipologia di licenza da sottoscrivere con la discografia.