Che Steve Jobs fosse dotato d’un invidiabile spirito visionario è oramai cosa nota ai più. Ciò che molti ignorano, tuttavia, è che l’amore dell’iCEO per la sua società non si esauriva esclusivamente nella posizione che ricopriva: esistono infatti più di 300 brevetti che portano la sua firma e l’ultimo, il più recente in ordine cronologico, risale a meno d’un anno fa e descrive l’ingegnosa idea d’una “icona a tre stati”. Stiamo parlando, per intenderci, di quella stessa icona che abbiamo premuto decine di volte per masterizzare un CD o un DVD su OS X.
Pubblicato in tempi recentissimi dallo U.S. Patent and Trademark Office, il brevetto in questione descrive un’icona sensibile al contesto, in grado di modificarsi fisicamente nella forma diverse volte prima di dare formalmente inizio a un’azione che non può essere interrotta e prevenire così un click accidentale. Una piccola idea geniale, a pensarci bene, visto che la masterizzazione di un disco ottico deve sempre e necessariamente arrivare a compimento, pena un CD “bruciato”:
«Dare inizio a un’operazione impropria sul computer può risultare costoso in termini di tempo e denaro. La registrazione di un medium, ad esempio, può essere effettuata solo una volta; quindi, se l’errore è fatto durante la registrazione, allora il medium non sarà più riutilizzabile.»
Per prevenire questo tipo di problemi, Jobs ha quindi immaginato un’icona intelligente posta in una sorta di “stato protettivo” che reagisce esattamente come quella delle vecchie versioni di iTunes o iDVD: un primo click la attiva aprendo l’iride, ma ce ne vuole un secondo per dare effettivamente inizio alla registrazione su disco. Un lasso di tempo che permette all’utente di rendersi conto se la masterizzazione è effettivamente ciò che desidera e non il frutto d’un click accidentale. Infine, arriva il terzo stato, ovvero quello in cui l’icona inizia a ruotare per restituire la sensazione che qualcosa – la masterizzazione, per l’appunto – sia in corso nel computer.
Si tratta di una notizia che documenta al contempo l’attenzione maniacale ai dettagli tanto cara all’iCEO e la dedizione alla causa di Apple, per la quale ha lavorato alacremente fino agli ultimi istanti della propria intensa esistenza. Il brevetto riporta infatti in calce le firma di Steve Jobs e di Timothy Wasko.