Chi ha almeno 35 primavere dietro le spalle, chi è stato un pioniere della prima era di internet si ricorderà assolutamente di ICQ, uno dei primi e più amati servizi di messaggistica istantanea, nato nel lontano 1996. Il servizio arrivò ad avere nel 2001 oltre 100000000 di iscritti, in anni in cui ancora il 56k era la norma, dove la linea veloce sotto forma di ISDN si stava timidamente affacciando nelle case, dove gli squilli erano il modo più economico per comunicare via cellulare, senza incappare in costi proibitivi.
Tutti avevano il proprio numero ICQ
ICQ è stato lanciato nel 1996 dalla società israeliana Mirabilis, che AOL ha acquistato nel 1998. Dopo diversi passaggi di mano è stato comprato da Digital Sky Technologies, la società titolare di VK, allora conosciuta come Mail.ru, nel 2010. VK è attualmente il social più utilizzato in Russia, con oltre 210 milioni di utenti.
Il boom di ICQ, in un epoca in cui comunque servizi simili non erano rari, basta pensare a MSN Messenger, era dovuto ad una interfaccia coloratissima, alla possibilità di inviare messaggi offline e che soprattutto non era legato al possesso di una email, si veniva identificati con un numero, un metodo facile ed immediato per connettersi con i propri amici. Col tempo poi ha avuto anche la possibilità di mandare SMS.
Col tempo ICQ si è trasformato in un servizio di messaggistica come tutti gli altri, che non è riuscito a reggere la concorrenza più strutturata di app come WhatsApp, Telegram e iMessage. Da pionere ICQ è diventato un inseguitore. La sua corsa pare essersi fermata lo scorso anno, ma solo oggi ne è stata certificata la definitiva chiusura con un laconico annuncio dello shutdown previsto per il 26 giugno. Gli ultimi avvistamenti ICQ su Apple Store, visibili tramite Internet Web Archive, risalgono a marzo dello scorso anno. Da allora pare addirittura essere stato rimosso sia dallo store Apple che da quello Google. Forse però non è finita, almeno a giudicare dal post di ieri sul profilo X della app.