I dati IDC indicano un rallentamento nella vendita dei pc in tutto il mondo pari al 3.1% rispetto al secondo trimestre del 2008. Sono dati, però, positivi: le previsioni indicavano una caduta del 6.3%, dunque la negatività è stata smezzata e da più parti provengono segnali di possibile ripresa. Ma c’è un gruppo che più di altri ha pagato il momento: Apple sembra aver perso smalto e, dopo aver raggiunto la quarta piazza nel settore su territorio USA, torna in quinta posizione sulla scia di un trend così descritto dal report: «Anche se la crisi globale sta riflettendo i suoi effetti sull’industria dei PC, la caduta è stata mitigata da un mercato che vede l’esperienza di computing evolversi verso una forma più personale, portatile ed orientata al risparmio piuttosto che guidata dalle performance».
Il trend è simile in tutto il mondo: i device portatili raccolgono il maggior successo, i netbook guidano il mercato ed in Europa è soprattutto il comparto del business a rimanere accorto e ad evitare investimenti nell’informatica. Nel mondo del desktop HP mantiene la leadershop del settore con una crescita del 3.6%. La posizione di Hewlett Packard è addirittura rafforzata in seguito alla caduta contemporanea di Dell, in seconda piazza con il 13.7% del mercato ed in forte rallentamento nel secondo trimestre dell’anno. Seguono Acer, Lenovo e Toshiba, con Acer a siglare il miglior risultato del gruppo grazie ad un balzo del 23.7% di unità vendute.
La battuta d’arresto della distribuzione Apple è quantificata nel 12.4%. La contemporanea ascesa del 33.9% di Toshiba ha determinato l’inversione delle posizioni, mentre Dell, HP e Acer formano il podio del comparto negli States.
Dati IDC, Q2 2009, USA
Se il teorema IDC relativo al forte peso del costo sulla domanda attuale di pc risulta convalidato dalle statistiche, allora si spiega il motivo delle accuse Apple al responsabile Microsoft Kevin Turner al quale sarebbe stata richiesta una immediata sospensione delle pubblicità “Laptop Hunter” che va a far leva sul costo dei prodotti Apple rispetto a quelli Microsoft. Con l’utenza colpita dalla crisi e particolarmente attenta ai costi, la domanda risulta forgiata dalle offerte e da un marketing oculato in tal senso. Apple, in virtù di un prezzario mediamente maggiore, ne ha pagato dazio scivolando di una posizione tra i maggiori produttori USA.