L’avviso pubblico è online e da alcune ore a disposizione di tutti: il dipartimento della Funzione Pubblica sta cercando il nuovo Direttore Generale AgID dopo che le dimissioni di Alessandra Poggiani hanno scosso l’ambiente e lasciato un vuoto proprio nel momento in cui era fondamentale avere una guida a capo dell’Agenzia. Archiviata (non senza polemiche) la questione delle dimissioni, il Governo ha voluto guardare rapidamente avanti, sbattendo la porta sul primo capitolo della storia per aprire immediatamente il prossimo. La ricerca del prossimo Direttore dell’Agenzia per l’Innovazione Digitale è dunque iniziata e chiunque può presentare il proprio curriculum a coloro i quali avranno l’incarico di vagliare i profili alla ricerca di quello migliore, quello più adeguato, quello meglio ritagliato per le necessità preposte all’Agenzia.
Direttore Generale AgID: l’incarico
Il documento contenente l’avviso pubblico per la ricerca del nuovo Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale prevede anzitutto una serie di punti che debbono identificare i parametri sui quali sarà composta la successiva (discrezionale) scelta. Trattasi di punti di dubbia specificità, utili comunque a tracciare un vago identikit del candidato cercato. Utili, più che altro, a fare una prima selezione per arrivare a vagliare un paniere valido di candidati. Secondo quanto indicato nell’avviso pubblico, il Direttore Generale dovrà svolgere le seguenti funzioni:
il massimo livello di utilizzo delle tecnologie digitali nell’organizzazione della pubblica amministrazione e nel rapporto tra questa, i cittadini e le imprese, nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e trasparenza e secondo criteri di efficienza, economicità ed efficacia;
Il primo punto è il più generale e forse il meno utile e il più insidioso. Anzitutto v’è una indicazione intrinseca vincolante che probabilmente è di per sé un errore di principio: si chiede «il massimo livello di utilizzo delle tecnologie digitali» come se il digitale fosse l’unica direzione da intraprendere. Non si chiede insomma una riorganizzazione strutturale, ma si chiede all’AgID di limitare al digitale le proprie competenze. Il digitale non è dunque inteso come un mezzo, ma come un fine: un errore di forma che rischia di minare dal principio le competenze ed il perimetro d’azione dell’Agenzia. La parte successiva del precetto enuncia la necessità di rispettare principi quali legalità, imparzialità e trasparenza, nonché criteri quali efficienza, economicità ed efficacia: tutte ovvietà, ma il linguaggio della burocrazia ha forse anche il dovere di non dare per scontato tutto ciò. Ed il solo enunciare il principio dell’imparzialità è sufficiente per scremare il gruppo dei candidati a seguito di possibili conflitti di interesse.
il coordinamento informatico dell’amministrazione statale, regionale e locale, anche in attuazione dell’articolo 117, comma 2, lettera r), della Costituzione, con la finalità di progettare e monitorare l’evoluzione strategica del Sistema Informativo della pubblica amministrazione favorendo l’adozione di infrastrutture e standard che riducano i costi sostenuti dalle singole amministrazioni e migliorino i servizi erogati;
Al candidato è chiesto di farsi guida della transizione dalla carta al digitale. Occorre dunque prendere atto di una situazione di partenza, dell’attuale transizione in atto e del punto di arrivo che ci si pone entro il periodo preposto: l’AgID avrà il dovere di dirimere regolamenti, strutture e protocolli utili ad accompagnare la PA mano nella mano verso un nuovo modo di fare le cose. Possibilmente più semplice, agile, intelligente e meno oneroso rispetto al passato.
la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana, in coerenza con gli indirizzi elaborati dalla Cabina di regia di cui all’articolo 47 del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, e successive modificazioni, e con le disposizioni del decreto istitutivo;
Gli obiettivi sono già stati tracciati, dunque all’AgID (ed al suo Direttore Generale) compete l’esecuzione. Per il prossimo DG è una chiamata alle armi da non sottovalutare: il precedente Direttore Generale ha infatti rassegnato le dimissioni proprio nei giorni in cui l’esecuzione sta per andare a segno (partendo dalla Fatturazione Elettronica per la PA), il che implica il dovere di vagliare la bontà dei lavori pregressi prima di mettere a segno ulteriori progetti di innovazione.
l’ottimizzazione della spesa in materia informatica delle pubbliche amministrazioni, attraverso il monitoraggio della relativa spesa corrente e il supporto alle amministrazioni pubbliche nazionali e locali nel raggiungimento di obiettivi di standardizzazione e revisione dei processi interni e di ottimizzazione della spesa informatica complessiva;
Investire, non sperperare: ottimizzare procedure, protocolli e strumentazioni al fine di arrivare ad un risparmio netto non soltanto in termini di denaro, ma anche in quanto a facilità, efficacia e rapidità. Snellire la PA è un obiettivo fondamentale che l’AgID può contribuire a realizzare. Ma il lavoro dell’Agenzia non sarà né l’unico, né il più importante per il perseguimento di questa finalità.
la collaborazione con le istituzioni dell’Unione Europea, lo svolgimento dei compiti necessari per l’adempimento degli obblighi internazionali assunti dallo Stato nelle materie di competenza e la promozione dell’innovazione digitale nel Paese.
L’Agenda Digitale italiana altro non è se non il diretto discernimento dell’Agenda Digitale europea. Gli obiettivi sono pertanto stabiliti anzitutto a livello continentale, dopodiché declinati paese per paese. In Italia l’AgID avrà il dovere di tener conto di tali prescrizioni nell’atto di formulare le proprie proposte attuative.
Direttore Generale AgID: la scelta
Il Governo si trova di fronte ad una scelta importante, di fronte alla quale vuol tenere le mani libere: la piena discrezionalità della scelta è ribadita nell’avviso pubblico.
Ferma restando la discrezionalità dell’autorità competente nella scelta del candidato più idoneo allo svolgimento dell’incarico, il presente avviso è finalizzato a garantire la piena applicazione del principio di trasparenza e, in conformità all’articolo 97 della Costituzione, ad assicurare l’elevata e qualificata professionalità del soggetto cui verrà conferito l’incarico, individuato nell’ambito delle candidature presentate
Inutile perdersi in vuote polemiche sulla discrezionalità della scelta: è giusto che un Governo possa scegliersi la squadra e che abbia pieno potere su incarichi esecutivi come quello del Direttore Generale AgID. È giusto, infatti, che un Governo possa fidarsi di chi mette a capo di una funzione tanto importante per il futuro del paese: la competenza e la fiducia sono facce della stessa medaglia, ingredienti indispensabili e complementari in grado di validarsi l’un l’altro.
Pubblicato avviso selezione nuovo DG @AgidGov vigileremo su selezione trasparente, vera e verificabile @mariannamadia http://t.co/6RGfdKkTOK
— PresiperilWeb (@PresiperilWeb) March 30, 2015
Al tempo stesso il Governo dovrà dimostrare di saper fare le giuste scelte, operando con trasparenza e mettendo a capo dell’AgID un nome non solo valido, ma anche credibile. Chi arriverà alla guida dell’Agenzia dovrà portarsi appresso un curriculum solido ed un fagotto di esperienza nella Pubblica Amministrazione, affinché la credibilità della scelta possa spianare la strada ai lavori futuri. Un nome che non inizi sotto il giusto auspicio renderà zoppo il cammino dell’AgID fin dal principio, pregiudicandone la possibilità di lavorare secondo gli standard necessari per un incarico tanto delicato e complesso. Presiperilweb sta portando avanti in queste ore una richiesta di trasparenza al Governo affinché il cammino che porta verso la scelta non possa essere minato dal dubbio per cui l’incarico sia assegnato a tavolino al di fuori del processo di candidatura online: una richiesta sacrosanta perché, alla luce dei precedenti e della delicata situazione in cui versa l’AgID, la forma si fa sostanza e i dettagli si rendono fondamentali. La discrezionalità della scelta e la trasparenza di questo passaggio sono dunque due parametri irrinunciabili: solo un profilo di valore che sappia dialogare con il Governo godendo della fiducia dello stesso saprà far compiere all’Agenzia veri passi avanti nella giusta direzione.
Direttore Generale AgID: il profilo
Il nuovo Direttore Generale dell’AgID dovrebbe:
- avere un curriculum importante poiché una nomina supportata da basi fragili non sarebbe legittimata agli occhi dei troppi detrattori dell’Agenzia;
- avere esperienza nel mondo della Pubblica Amministrazione: un mondo a parte, fatto di regole e limiti differenti rispetto a privato o associazionismo, nel quale i rapporti con le persone sono resi estremamente più complessi da una moltitudine di ostacoli di ogni tipo. Solo chi conosce la PA può lavorare in modo efficace con la PA, valorizzando al meglio i risicati margini di manovra ed aggirando per quanto possibile gli enormi ostacoli che sussistono;
- aver un profilo tecnico oltre che manageriale: non si può prescindere da una solida conoscenza tecnica poiché non si può prescindere dalla reale comprensione dell’impatto che qualsiasi innovazione può avere su infrastrutture e risorse umane, sia in termini di costi che in quanto a procedure di comunicazione e apprendimento;
- portarsi appresso la giusta credibilità perché, oltre che indirizzare i progetti verso la concretizzazione, deve farsi carico delle motivazioni che supportano lo sforzo necessario per attuare il cambiamento. Serve, in poche parole, qualcuno che sappia rendersi in qualche modo leader e non solo esecutore. Qualcuno che abbracci l’incarico come una missione e non tema di mettere la propria faccia a fronte di ogni responsabilità. L’AgID non è una passeggiata, anzi: le mani son legate e le possibilità di manovra limitate. Chi va al timone deve sapere quale sia la situazione e non scusare eventuali insuccessi con l’impossibilità di agire: questa è un dato di fatto che proprio il Direttore Generale AgID ha il dovere di invertire.
La scadenza è fissata: 13 aprile 2015, ore 13. Le candidature depositate concorreranno alla scelta del prossimo Direttore Generale AgID, figura di grande importanza per portare a compimento quella rivoluzione digitale della Pubblica Amministrazione che il Governo sbandiera come primario obiettivo del proprio mandato.
Non sia una valvola di sfogo
Mentre il processo di scelta viene attuato, il Governo non cada nella tentazione di usare l’AgID come valvola di sfogo. Le responsabilità vanno infatti equamente suddivise ed attribuite, e se il Direttore Generale sarà giudicato per come saprà far funzionare la propria Agenzia sulla base degli obiettivi preposti, il Governo andrà giudicato anche per come metterà il Direttore Generale nelle condizioni di poter operare. Il nuovo DG AdID non sia dunque uno scaricabarile su cui riversare le colpe di eventuali fallimenti: i progetti saranno giudicati per i vantaggi che sapranno apportare alla PA, ma le direttive arrivano dall’alto e se non saranno sufficientemente chiare e lungimiranti ci sarà chi deve risponderne prima ancora del Direttore Generale entrante. Oggi la poltrona vacante è densa di insidie: grandi responsabilità a fronte di scarse garanzie di supporto, il tutto in un contesto nel quale è più facile perdere risorse che non trovarne di nuove. Difficile dunque che personaggi di altissimo profilo si mettano in gioco se non si fa in modo di accomodare le ambizioni e tutelare chi mette in ballo la propria carriera e il proprio tempo. Se l’AgID diventa una mission impossible, insomma, il Governo dovrà risponderne. Un secondo fallimento (se non altro in termini di durata ed obiettivi raggiunti) non potrà passare sottotraccia, nascosto nella fretta della ricerca di un terzo DG. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, perché la riforma della PA deve partire anzitutto da qui: dalle persone, dai ruoli, dalle capacità.