C’è una startup italiana che sta lavorando per integrare una serie di tecnologie esistenti per fare qualcosa di nuovo sul fronte del branding e del made in Italy. Si chiama idOO, ha sede in una città che dice già molto, Trento, ed è stata fondata da manager che hanno esperienza ventennale nell’IT. L’idea è intrigante: se un chip fornisce una identità digitale vuol dire che un oggetto è anche autentico e comunica in modo nuovo verso chi lo ha acquistato.
Non è semplice descrivere tutte le soluzioni di idOO, che dà una totalità nell’acquisto probabilmente destinata a scavare il solco del consumo del futuro. Tutto parte dal portale che si mette a disposizione, una piattaforma che collega il prodotto al sensore posto su di esso: le informazioni sulle caratteristiche del prodotto sono fornite dinamicamente e personalizzabili. A consentire questo dialogo c’è l’applicazione per smartphone: il cliente, semplicemente avvicinando il cellulare all’articolo che interessa (abbigliamento, accessori, oggetti di design, elettronica, prodotti alimentari dotati di un sensore idOO), può scoprire l’identità del prodotto stesso e verificarne l’autenticità, accertarne la composizione, accedere alle istruzioni d’uso, vedere un video di come è stato realizzato, conoscerne la storia e anche come averne cura nel tempo. Attraverso l’app interagisce con l’IP del prodotto che indirizza a un contenuto deciso dall’azienda produttrice secondo quanto desidera condividere con il cliente.
Il made in tramite Internet of Things
Il tema è affascinante: rafforzare un prodotto e la sua autenticità non solo attraverso i passaggi burocratici della filiera produttiva – che necessita di ulteriore lavoro, come dimostra il recente progetto di legge europeo – ma si affida agli IoT, sensori applicati ai prodotti con un sistema di protezione proprietario che garantisce livelli di sicurezza analoghi a quelli delle transazioni finanziarie. Così sono i prodotti stessi a presentarsi, in maniera credibile e sicura, al consumatore. Ovviamente questa non può che diventare occasione di relazione con il cliente, in un real-time marketing.
Il Parlamento chiede etichette "Made in" obbligatorie per rafforzare la sicurezza dei prodotti http://t.co/LcngPHz5Dq
— Parlamento europeo (@Europarl_IT) April 16, 2014
L’idea di combinare in modo innovativo diverse tecnologie standard di mercato (app, piattaforma web e sensori con IP), è dei soci fondatori Alessandro Bisignano (CEO), Claudio Cortese e Gianni Frosoni, neo imprenditori con un’esperienza manageriale ventennale nel settore IT. La società è stata selezionata da Microsoft per il programma Bizspark dedicato alle startup innovative. D’altronde, che l’Internet degli oggetti fosse adattabile al settore retail è un’idea che si inserisce bene nella top five delle tecnologie digitali maggiormente strategiche, secondo i risultati del report di Accenture: mobility, analitics, connected products, cloud, social.