«Se non puoi batterli, aiutali». Potrebbe essere questo il motto, decisamente originale, che descrive le scelte di LG di questi ultimi 18 mesi. Sì, perché dopo aver presentato e rilasciato al pubblico G7 ThinQ qualche settimana dopo il Mobile World Congress 2018, LG ha concentrato gli sforzi nell’ampliare la gamma G7 con alternative per fasce di prezzo intermedie e con soluzioni integrate di terze parti.
L’ultimo arrivato è LG G7 fit, la risposta alla domanda “perché non c’è alcun smartphone LG con un prezzo consigliato dai i 450€ e gli 800€?”. LG G7 fit è G7, ma con un po’ di sacrifici in termini di multimedia. Non ha lo Snapdragon 845 ma lo Snapdragon 821, non ha la doppia fotocamera sul retro per le foto in grandangolo ma ha una fotocamera singola, e ha il notch sullo schermo. Alla domanda di Webnews sul prezzo specifico, la risposta la dà Raffaele Cinquegrana, Product Manager di LG Electronics Italia:
Oggi [ad IFA 2018, ndr] abbiamo presentato un ampliamento di gamma: abbiamo G7 che è il nostro top di gamma premium, nella fascia 800€, e abbiamo la gamma Q, il cui smartphone più costoso è il Q Stylus che arriva a 429€. Tra gli 849€ e i 429€ abbiamo un bello spazio vuoto, no? Quindi quello che abbiamo pensato è che ci sono dei clienti che apprezzano il prezzo della serie Q, che è accattivante, ma non ne apprezzano le caratteristiche perché non sono sufficientemente alte. Ci sono degli utenti che vorrebbero le caratteristiche del G7 però al prezzo che non arriva a quello del G7. Ci siamo detti: prendiamo il G7 e facciamone una variante che abbia un design molto simile al G7 ma con alcuni sacrifici in termini di prestazioni. […] Quello che poi cambierà è il prezzo.
Da IFA 2018 arrivano anche le nuove cuffie, le LG Tone Platinum SE, sempre certificate harman/kardon, ma con un’unica differenza: c’è il tasto dedicato per richiamare Google Assistant. «Io vedo che la nostra partnership con Google si è evoluta e questa è la naturale continuazione», continua Cinquegrana. Google e LG sono storici partner dai tempi in cui gli smartphone Nexus erano costruiti dal produttore coreano.
A questo proposito, la conferenza di oggi è stata incentrata sull’intelligenza artificiale: si deve evolvere, deve imparare da me (e quindi il nostro obiettivo è di andare in quella direzione), e soprattutto si deve connettere, deve risiedere al di là del dispositivo, la devo ampliare il più possibile perché l’utente finale deve essere in grado di poter utilizzare [le stesse funzioni], su qualsiasi altro smartphone o dispositivo Android, e viceversa. È una visione del mercato dell’intelligenza artificiale molto aperta.
I nostri televisori sono venduti con Google Assistant integrato e, visto che i nostri televisori girano su WebOS, abbiamo messo online una versione open source di WebOS proprio per facilitare chiunque volesse integrare queste funzioni, anche sui propri dispositivi.
Se non puoi batterli, renditi disponibile a loro, insomma.
Lavoriamo tutti quanti insieme per creare un ambiente migliore all’interno del quale il nostro utente, che poi può diventare quello di qualcun altro, riesca ad usufruire di tutto quella che la tecnologia può offrire.
Molto olistica come visione, quella di LG, come raccontato da Cinquegrana.
Quando non c’è uno standard, qualcosa che svincoli l’utente finale dall’uno o dall’altro produttore, quel tipo di tecnologia fa fatica a progredire, a meno che quel produttore non domini il mercato.
Ma nessuno domina il mercato nella sua interezza. Apple lo fa per i servizi collegati al suo hardware. Google per i servizi online. Amazon per l’integrazione con il mondo fisico, con il suo marketplace universale. E Samsung, Huawei e Xiaomi stanno dominando il mercato dell’hardware in termini di quantità di dispositivi venduti.
LG sembra aver raggiunto l’equilibrio: lavora per l’ecosistema, e sa che dall’ecosistema otterrà in cambio qualcosa. Che abbia trovato il suo posto nel mercato?