Come da tradizione, dopo la cerimonia dell’unboxing segue l’immancabile rito dello smontaggio condotto da iFixit. Ecco tutti i segreti dell’hardware del nuovo Mac mini Unibody.
Rispetto alle precedenti generazioni, ovviamente, la prima differenza che balza all’occhio è nello châssis derivato da un unico blocco di alluminio, parliamo cioè della tecnologia che Apple chiama Unibody. Accedere alla componentistica è ora degno del know-how della mela: basta ruotare il fondo nero in senso antiorario, e si è dentro. E due dita sono sufficienti per rimuovere o aggiungere un banco di RAM, mentre la ventola non parte praticamente mai, anche perché con compiti non pesanti il nuovo Mac mini consuma a mala pena 10 Watt.
Le griglie di aerazione risultano più piegate delle precedenti per far posto alla minuta componentistica e soprattutto alla ventola, anche se in generale tutto risulta ridotto ai minimi termini. L’alimentatore, per dirne una, fornisce appena 7 Ampere a 12V, contro i 25,8 Ampere a 12V di un iMac 27″.
Il woofer da 3/8″ è veramente piccolo e, rassicurano quelli di iFixit, non c’è pericolo che qualcuno ci resti sordo impostando il volume al massimo. Infine, pare che per l’antenna WiFi/Bluetooth Apple si sia dovuta ingegnare non poco, a causa della stessa scocca Unibody. Qui di seguito, la consueta gallery.
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