Il concorrente più agguerrito di Netflix potrebbe giungere dall’Asia. Mentre il colosso dello streaming pensa a un’espansione in Oriente il prossimo anno, con il possibile lancio del servizio a Singapore, una piattaforma locale è pronta a fare l’esatto contrario. iFlix, un operatore di streaming popolare in Malesia, Filippine e Tailandia, sta infatti raccogliendo fondi per allargare i propri orizzonti in Medio Oriente, Africa ed Europa.
Secondo quanto rivelato da TechCrunch, iFlix sarebbe ormai pronto al lancio globale. Catcha Media, la società che lo controlla, ha affermato di «voler espandersi attivamente in altri mercati ASEAN oltre che in specifiche aree ad alto potenziale fuori dall’ASEAN». Lo scorso aprile la società ha raccolto fondi per 30 milioni di dollari e ora mirerebbe ad arrivare a ben 150. Tre le macroaree individuate: il Medio Oriente, l’Africa e il Vecchio Continente. In alcune di queste zone, come appunto l’Africa, la compagnia pare abbia già cominciato le trattative preliminari con i detentori dei diritti e le società di telecomunicazione, per pianificare la distribuzione dei contenuti in streaming.
Ma quali sono le potenzialità di questa piattaforma, ancora largamente sconosciuta in occidente? Nel mercato asiatico, iFlix si divide la fetta di mercato con il rivale HOOQ, di proprietà di Singtel. Di recente la società ha annunciato un milione di membri, ma TechCrunch sottolinea come fra questi vengano conteggiate tutte le attivazioni, quindi anche quei clienti che hanno provato il servizio senza poi confermare un successivo abbonamento. Al momento, di conseguenza, non è dato sapere quanti sottoscrittori si siano effettivamente convertiti a un account a pagamento dopo il primo mese di prova gratuita. Nel frattempo, pare che l’abbonato medio sfrutti 1.5 ore di contenuti quotidianamente, per una disponibilità di 18.000 ore di film e serie TV giornalieri nei singoli mercati in cui iFlix è presente.
TechCrunch analizza anche profusamente quali siano gli investitori principali in questo progetto, dettaglio che al momento appare però secondario rispetto alle mire espansionistiche. La vera domanda da porsi, infatti, è comprendere se iFlix ha l’effettivo potere di battere Netflix in quegli stati dove il colosso USA è già presente. La risposta è tutt’altro che semplice. Di certo iFlix ha un vantaggio competitivo in Asia dove, in assenza del colosso, può già attirare utenti con precisi piani di fidelizzazione. Inoltre, nascendo e crescendo fra i consumatori autoctoni, può produrre contenuti locali e localizzati che di certo faranno presa sul pubblico. Un simile scenario potrebbe verificarsi, in misura forse più contenuta, anche in Medio Oriente e in Africa, mentre per l’Europa il discorso è ben più complesso. Il consumatore europeo, infatti, è decisamente assimilabile a quello statunitense e, per tanto, il catalogo Netflix potrebbe continuare a essere la scelta di preferenza. Non resta che attendere, di conseguenza, quello che accadrà nel 2016.