Proseguono le buone notizie per gli sharer danesi che si servono dei circuiti del peer to peer mediante delle connessioni wireless.
Gli ISP danesi si erano da subito resi conto che gli attuali sistemi di monitoraggio dei propri utenti, presentano numerose lacune, soprattutto se si prendono in considerazione le oramai diffuse reti wireless.
Pertanto, già a partire dallo scorso mese, erano contrari alla decaduta “dottrina Sarkozy” dei tre avvisi e successiva disconnessione.
L’IFPI, ovvero la Federazione Internazionale dell’Industria Musicale, lo scorso mese di Settembre, aveva subito nel paese una sconfitta poiché un tribunale danese aveva sentenziato l’innocenza di due donne alle quali degli sharer avevano “rubato” la connessione WiFi per compiere le loro malefatte in Rete.
L’IFPI le aveva denunciate poiché compariva l’indirizzo IP di una di loro, senza che le stesse avessero mai commesso alcuna violazione. Un tribunale però le aveva assolte dall’ingiusta accusa dal momento che, vivendo in un nucleo familiare composto da più utilizzatori di PC, chiunque di loro poteva utilizzare la connessione Internet. Alla stessa IFPI, il tribunale aveva intimato il pagamento delle spese legali del caso.
Oggi si è verificata una nuova sconfitta per IFPI. Un uomo, accusato da IFPI di violazione della legge sul diritto d’autore e al conseguente pagamento di una sanzione pecuniaria di 11000 dollari è stato assolto, dopo aver fatto ricorso, sostenendo che chiunque poteva accedere alla sua rete wireless.
L’elemento principale però è stato rappresentato dal fatto che l’IFPI non aveva in mano alcuna prova che dimostrasse che l’intestatario dell’indirizzo IP fosse colui il quale aveva commesso la violazione.
La corrispondenza biunivoca tra il proprietario dell’indirizzo IP e il trasgressore è l’elemento determinante per dimostrare la tesi accusatoria. È stato accertato che l’uomo non viveva in una casa isolata bensì in un complesso residenziale dove chiunque poteva “appoggiarsi” alla sua connessione.
Le spiacevoli disavventure capitate a questi cittadini danesi dimostrano di come sia lacunosa e fragile la Legge che disciplina la Legge sul copyright.