il 2.0? È pieno di spie

il 2.0? È pieno di spie

Forse la notizia del licenziamento del futuro capo dei servizi segreti britannici farà venire l’acquolina in bocca a qualche magnate dell’industria cinematografica. Prendendo spunto, si potrebbe raccontare l’ultimo atto di un imbolsito e stanco 007, capace solo di crearsi innumerevoli seconde vite sui social network, in una realtà in cui fare l’agente segreto è diventato impossibile.

Perché il Web 2.0 ha moltiplicato le schiere di personaggi che si fanno i fatti degli altri e non riescono a stare zitti.

Portinaie, edicolanti, vicini di casa avvoltoi… tutte categorie abituate a distribuire pettegolezzi. Facebook e compagni agevolano il compito delle “lingue lunghe”. Pochi click e lo scoop è irradiato. Magari inconsapevolmente. Magari accade ad una moglie che vuole solo dimostrare quanto è orgogliosa del marito. E magari il marito perde l’occasione di una vita.

Il dramma è che non è un “drama”, non è finzione, non c’è James Bond. È una storia vera che monta al contrario i plot delle più tradizionali spy-movie: grazie a Facebook le spie sono spiate, e i cittadini diventano minuscoli ma devastanti 007…

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