Aspettando Godot/Xwebs. Il 2004 dei browser inizia come era iniziato il 2003,
con notizie e indiscrezioni sul misterioso super-browser frutto dell’ingegno
di un diciassettenne irlandese. The Register riporta il contenuto di
un articolo apparso sul sito irlandese ElectricNews, secondo cui Xwebs
sarebbe ormai vicino alla commercializzazione. Stando alle parole del suo creatore,
Adnan Osmani, si tratterebbe soltanto di attendere il completamento delle
pratiche legate al brevetto, più o meno sette mesi.
C’è da crederci? Come qualcuno ricorderà, già l’anno scorso
in molti avevano sentito odore di ‘bufala’ clamorosa di fronte alle mirabolanti
promesse del fantomatico browser in grado di aumentare la velocità in
download di quattro/cinque volte persino su connessioni dial-up. Tutto il bailamme
suscitato è documentato nel focus di Webnews datato 21 gennaio 2003.
L’unica cosa a cui appigliarsi per dare un minimo di consistenza al mistero
rimangono gli screenshots circolati in rete, che ne mostrano l’interfaccia tutt’altro
che elegante e amichevole. C’è da dire che, a differenza dell’anno scorso,
le anticipazioni pubblicate da ElectricNews non hanno avuto praticamente nessuna
eco sui siti di informazione specialistica e nemmeno su quelli ‘generalisti’,
che all’epoca si erano invece buttati con enfasi su quella che apparve presto
come una non-notizia.
Godot/Xwebs a parte, il 2004 si presenta come un anno di transizione per questa
categoria di software. Assisteremo ad aggiustamenti, rilascio di versioni riviste
e corrette, ma probabilmente non a novità dirompenti. Il 2003, invece,
se non sul piano dell’innovazione tecnologica, ha comunque offerto spunti di
indubbio interesse. L’esordio di due progetti di assoluto rilievo come Safari
e Firebird (seppure quest’ultimo solo nominalmente, visto che è
l’erede del ‘vecchio’ Phoenix), ma anche l’annuncio della stagnazione targata
Microsoft: fine dello sviluppo di Explorer Mac e congelamento della versione
Windows fino all’uscita di Longhorn, presumibilmente fino al 2006.
Sul fronte Windows, dunque, con un Explorer messo in freezer, potrebbe essere
il momento buono per innovare e tentare di incidere sul dominio di una Microsoft
sonnacchiosa e apparentemente poco interessata a migliorare un prodotto che
nella sue funzionalità di base è fermo da anni e che ha tuttora
gravi ritardi nell’implementazione degli standard W3C. L’unica novità
in arrivo è la funzione di blocco dei popup che dovrebbe essere implementata
nella versione di Explorer contenuta nel Service Pack 2 di Windows XP.
Dalla Mozilla Foundation sono attese, stando alla roadmap, due release
ufficiali entro la prossima primavera (1.6 e 1.7). Firebird proseguirà
il suo cammino verso la versione 1.0, prevista per aprile, rafforzando (meritatamente)
la sua posizione di browser di riferimento per i power users e per la
comunità degli sviluppatori web. Opera ha per ora in cantiere
la versione 7.5, con una novità interessante: incorporerà, primo
tra i browser più diffusi, un aggregatore di feed RSS.
Sarà da valutare anche il successo di applicazioni basate sul motore
di Explorer ma che ne migliorano decisamente l’interfaccia e le funzionalità:
MyIE2 e NetCaptor. Entrambi, in effetti, puntano molto su tutte
le caratteristiche ritenute oggi essenziali in un browser di nuova generazione
ma non presenti sul software di Microsoft: tabbed browsing, blocco dei popup
e di altre forme invasive di advertising, sicurezza, privacy, personalizzazione
della skin. NetCaptor, tra l’altro, si è guadagnato la palma di miglior
browser per Windows in un recente articolo di Walter Mossberg, influente
analista tecnologico del Wall Street Journal.
Nello stesso articolo si parla anche di Safari come scelta ottimale
per la navigazione su Mac. Il software con cui Apple si è lanciata in
un settore prima non coltivato, è giunto con l’uscita di Panther (Mac
OS X 10.3) e i successivi aggiornamenti alla release 1.1. Rispetto all’esordio
i miglioramenti sono stati evidenti. La velocità di rendering con cui
aveva stupito e reso felici i macchisti abituati a browser macchinosi e pesanti
sul nuovo Mac OS X, non è più il suo unico punto vincente. Con
l’aggiunta del tabbed browsing e il supporto migliorato di CSS e Javascript
è diventato lo standard de facto per un utente alla ricerca di
una navigazione semplice, veloce e senza fronzoli, assistito da pochi ma essenziali
tool: ridimensionamento semplice dei caratteri, barra delle ricerche in primo
piano sulla toolbar, funzione SnapBack.
Per chi naviga avendo esigenze appena più avanzate, Safari rimane però
un gradino sotto diversi concorrenti. Non è estensibile (se non con progammi
esterni che sono altra cosa dalle estensioni di Mozilla/Firebird), ha una pessima visualizzazione
del codice HTML della pagina, non importa i bookmark di altri browser in modo
nativo, presenta caratteristiche discutibili come la cartella predefinita e
obbligata per i download e il salvataggio delle immagini. Quest’ultima limitazione
dovrebbe essere finalmente superata con Safari 1.2. Stando al sempre ben informato
ThinkSecret, il rilascio dovrebbe avvenire entro febbraio. Tra le altre
novità, la navigazione tra i link e i campi dei form con il tasto Tab,
il blocco dei banner e la possibilità di disabilitare le gif animate.
Se verrà curato in certi aspetti legati alla stabilità, il candidato
a miglior browser per il mondo Mac, comunque, è Camino, il programma
noto un tempo con il nome in codice di Chimera. L’ultima release ufficiale,
la 0.7, risale a marzo, ma continua l’uscita di nightly builds con puntuali
migliorie. Superiore in velocità allo stesso Safari, può contare
sull’eccellente motore Gecko che spinge Mozilla e Firebird. Unico difetto rispetto
ai suoi fretelli della Mozilla Foundation: non è basato su XUL, per cui
niente estensioni. Peccato, perché Firebird pur se straordinariamente
ricco e personalizzabile, soffre decisamente in termini di prestazioni e rendering
rispetto a Safari.
Tutto ciò avverrà in un panorama in evoluzione e con interessanti
tendenze in atto. Secondo una recente ricerca di Nielsen/NetRatings, il 76%
degli utenti accede alla rete con applicazioni diverse dal classico browser,
con una preferenza netta per instant messenger e player multimediali. Un dato
che, più che evidenziare un declino del browser, mette in risalto un
processo di frammentazione nell’utilizzo di programmi diversi usati per scopi
diversi. Ad essere sconfitta sembrerebbe al momento l’idea più volte
e da molti vagheggiata di un programma tuttofare. Con buona pace di Xwebs.