Nonostante i blog a carattere politico siano apparsi più volte sotto i riflettori nel corso della attuale campagna presidenziale e del 2004 come fonte per attingere ulteriori informazioni, ben il 56% della popolazione americana non li legge affatto. Il motivo è semplice: dal momento che l’autore di un post o di un commento non deve necessariamente avere collegamenti con il mondo ufficiale dei media, le informazioni lette all’interno dei blog appaiono poco affidabili e potenzialmente basate su giudizi arbitrari o fatti poco oggettivi.
La ricerca è stata condotta online da Harris Interactive all’interno degli Stati Uniti tra il 15 e il 22 gennaio 2008 su di un campione di 2.302 adulti. Se il 56% della popolazione ha affermato di non usufruire delle informazioni contenute nei blog per accrescere la loro conoscenza in campo politico, il 23% ha invece dichiarato di consultare tale tipologia di pagine Web saltuariamente, alcune volte all’anno. Il 22% degli americani legge invece regolarmente (più volte al mese) blog a carattere politico.
Solo il 19% dei giovani (18-31 anni) legge regolarmente blog politici, mentre i giovani adulti (32-43 anni) ad accedere a tale tipologia di informazione sono il 17%. Gli adulti tra i 44 e i 62 anni rappresentano il 23% del campione, superati dagli adulti maturi (63 anni e più) con una percentuale del 26%. Per quanto riguarda l’orientamento politico, il 22% di coloro i quali si riconoscono nei Repubblicani leggono regolarmente blog a carattere politico, contro il 20% di coloro i quali si riconoscono nei Democratici e il 26% di chi si definisce indipendente.
Assodata la scarsa oggettività attribuita ai post e ai commenti presenti all’interno dei blog, il 22% dei lettori ritiene le informazioni presenti nei blog politici meno accurate rispetto a quanto riportato dai media, mentre il 30% le ritiene più accurate. Un 48% non rileva alcuna differenza. Chi si affida a tale tipologia di blog per le informazioni riferisce di trovare notizie di maggior valore (33%) rispetto a quanto diffuso dai mezzi di comunicazione ufficiali, circa la metà le trova ugualmente valide, mentre il 18% le ritiene meno ricche.