La quasi totalità dei brani musicali circolanti in rete infrange i diritti d’autore di artisti e case discografiche.
La percentuale esatta, riportata in una recente ricerca condotta dall’International Federation of the Phonographic Industry, è del 95%.
A fronte di un mercato, quello degli stores legali online, cresciuto nell’ultimo anno in maniera considerevole fino a far registrare 1,4 miliardi di canzoni scaricate, sarebbe in aumento anche il traffico di materiale non autorizzato attraverso i sistemi di condivisione peer-to-peer.
La soluzione, secondo John Kennedy (presidente dell’IFPI), sarebbe da ricercarsi in un adattamento del mercato alle nuove esigenze del popolo di Internet, sempre più aperto allo spirito di condivisione (vedi l’abbandono del DRM da parte di Apple).
Ciò lascia presupporre un diverso atteggiamento verso le piattaforme di file sharing, rispetto a quello adottato in passato.
La dimostrazione di tale cambiamento è da ricercare in iniziative che, negli ultimi tempi, sono state messe in atto da alcuni artisti di fama mondiale, come i Radiohead e i Nine Inch Nails.
I primi hanno infatti deciso di tagliare in modo netto qualsiasi intermediario nella distribuzione del loro ultimo lavoro “In Rainbows“, lasciando agli ascoltatori la possibilità di decidere quanto pagare per il download del disco.
La band capitanata da Trent Reznor invece, ha addirittura reso disponibile in modo del tutto gratuito l’album “The Slip“, chiedendo a chiunque ne avesse l’intenzione di riprodurlo e distribuirlo in modo del tutto gratuito.