Un team di ricercatori dell’istituto svizzero EPFL (École Polytechnique Fédérale de Lausanne) ha messo a punto quello che a tutti gli effetti è il braccio robotico più veloce e reattivo al mondo. Si tratta di un sistema snodato, strutturato in diverse componenti in grado di ruotare su assi differenti, capace di afferrare oggetti di vario tipo e dalle forme complesse (dalle palline da baseball ad una bottiglia di plastica, fino ad una racchetta da tennis) con una reattività pari a circa 50 ms.
All’estremità dell’arto artificiale trova posto una mano con quattro dita, necessarie per stringere la presa. Il team ha sviluppato la tecnologia ispirandosi al processo di apprendimento degli esseri umani. I bambini, infatti, imparano a controllare i propri arti per emulazione, andando a tentativi e tenendo conto dei propri errori, fino a perfezionare ogni singolo movimento. Per capire quali sono le reali capacità del robot basta dare uno sguardo al filmato dimostrativo in streaming di seguito. Alla base di tutto c’è un avanzato sistema composto da sensori e telecamere, in grado di calcolare in tempo reale la traiettoria dell’oggetto da afferrare, la rotazione intorno al proprio asse, la velocità, la forma e persino il materiale di cui è composto, così da regolare la forza da esercitare per la presa.
Uno dei possibili impieghi potrebbe essere a bordo di satelliti o stazioni spaziali, per catturare i detriti ed impedire che possano danneggiare la strumentazione esterna. Chi ha visto il film Gravity può capire di cosa si sta parlando. Da non escludere nemmeno l’utilizzo nei processi produttivi, laddove è richiesta la manipolazione di componenti particolari o l’esecuzione di lavori potenzialmente rischiosi per il personale umano. Ovviamente, al momento la tecnologia può operare solo nell’ambiente controllato del laboratorio e prima di poterla vedere in azione nello spazio o all’interno di un impianto industriale serviranno lunghe fasi di test e perfezionamento.