Non sarà forse il dubbio, relativo al filosofo Carneade, che affliggeva Don Abbondio, ma pare che anche sull’identità dell’oggetto “browser” vi siano parecchi dubbi e, per alcuni, totale confusione.
Infatti, secondo un sondaggio condotto dall’Ipsos MORI per conto di Mozilla, ben il 40% degli utenti europei non sa con esattezza cosa sia un browser, facendo confusione tra questo e il concetto di motore di ricerca e mostrando quindi come sia condizione molto diffusa, forse più di quanto si pensi, quella di non avere piena conoscenza degli strumenti fondamentali che consentono di accedere e di ottenere informazioni sul Web.
In Italia, a confondere il browser con il motore di ricerca è il 33% degli intervistati, con il 63% che mostra di sapere che esso è uno strumento usato per la navigazione online, cosa che ci pone quindi sotto la media europea pur non significando che la cultura informatica degli internauti italiani è di primo livello.
Osservando le cifre emerse dall’indagine si nota come vi siano altri paesi in cui le conoscenze, in questo ambito, siano ancora molto approssimative. In questo caso il primo posto è appannaggio della Polonia, dove il 57% degli intervistati non ha un’idea precisa sul browser, seguita poi dalla Spagna al 55% e dalla Francia con il 49%, che staccano a loro volta il Regno Unito al 31%, e la Germania che, con il 14% degli utenti che ammette di non avere le idee chiare, si conferma la nazione più evoluta sotto questo punto di vista, ovviamente non tenendo conto dei paesi nordici, in cui la cultura informatica è decisamente più diffusa al punto da essere tagliati fuori dalle valutazioni sopra riportate.
In questo contesto, parlare di ballot screen, browser alternativi e quant’altro può sembrare decisamente fuorviante, anche in ragione del fatto che il 75% degli italiani pare ignorare l’arrivo di questo importante strumento di scelta, esattamente come i francesi, i tedeschi e gli spagnoli, per cui le percentuali di quanti non ne conoscono l’esistenza sono abbastanza simili.
Pertanto, è più che logico chiedersi che senso abbiano avuto tutte le vicissitudini che hanno portato a questa soluzione, con polemiche che hanno visto protagonista la Commissione Europea, Microsoft e tutti gli altri produttori attivi nel settore e interessati ad una apertura del mercato.
Ci si chiede a chi gioverà realmente questa forzata apertura, visto che coloro i quali erano i soggetti da tutelare, ovvero gli utenti, appaiono in larga parte del tutto fuori da simili logiche e quasi completamente disinteressati alla novità.
Insomma, l’idea che leggere questi dati dà è quella per cui il ballot screen rischia non solo di essere inutile e di rimanere “incompreso” dagli internauti europei, ma di essere visto addirittura come un peso, un inutile fastidio quando, nelle prossime settimane, si vedrà comparire la finestra di scelta con le diverse opzioni che consentiranno di scegliere il proprio browser alternativo.
Alla fine, ma con l’avviso che questa vuole essere una piccola provocazione, ci si chiede una cosa: ma c’era veramente bisogno del ballot screen?