Che Mark Zuckerberg, fondatore e attuale CEO di Facebook, avesse un concetto quantomeno “elastico” della privacy è cosa abbastanza risaputa, anche alla luce delle tante dichiarazioni rilasciate in passato in cui il ragazzo aveva definito superato il concetto di privacy.
La conferma di tutto questo arriva da una discussione che il blogger di Bits Blog (del New York Times) Nick Bilton ha avuto tramite Twitter con un dipendente di Facebook. Dal racconto dei tweet scambiati si arriva al momento in cui Bilton chiede all’impiegato cosa ne pensi della privacy Zuckerberg, per ottenere una risposta eloquente quanto disarmante riassunta in un semplice “Non ci crede“.
Immediate in Rete si sono scatenate le polemiche da parte di blogger ma anche di un buon numero utenti. La tendenza che emerge è quella di evitare inutili allarmismi che potrebbero sfociare in una fuga di massa da Facebook, comunque assai improbabile, ma in molti iniziano a chiedersi se sia il caso continuare a dare fiducia a un social network creato e guidato da una persona il cui pensiero va in netto contrasto con l’esigenza di riservatezza e tutela dei propri dati messa in evidenza da molti iscritti.
Appare chiaro, in definitiva, che per Zuckerberg la circolazione libera dei dati tra servizi diversi sul Web non sia una cosa da evitare bensì, se si può, da incoraggiare. A detta dei più il rischio è ancor più evidente in funzione dell’enorme database in mano a Facebook, un aspetto che lo rende un partner unico quanto al tempo stesso pericoloso, nel caso in cui la direzione intrapresa fosse quella di allentare i filtri sulla privacy, già oggi contestati per la loro macchinosità che spesso induce gli utenti in errore portandoli a condividere più di quanto in realtà si desideri.
Insomma le continue “cadute” di Zuckerberg sula privacy rischiano seriamente di compromettere quel rapporto di fiducia che ha consentito di portare milioni di utenti sulle pagine di Facebook e, anche se per adesso la tendenza non si è invertita, è certo che le prossime scelte di Zuckerberg e soci saranno valutate attentamente dal folto pubblico che sempre più guarda con sospetto al suo social network.