Tre giorni di black-out sono un fastidio per un privato ed un danno per una azienda. Tre giorni di black-out sono in ogni caso troppi, soprattutto se ti chiami Research In Motion e se la tua promessa BlackBerry è nota in tutto il mondo ed utilizzata da milioni di utenti. Tre giorni di black-out valgono quindi un risarcimento. Altrimenti, minaccia il Codacons, l’Italia è pronta alla class action.
L’associazione non prende immediatamente la strada del tribunale, ma promette di essere pronta a farlo. Spiega il Presidente Codacons, Carlo Rienzi: «Le compagnie telefoniche devono indennizzare gli utenti Blackberry che, pur avendo pagato un canone o un abbonamento, non hanno potuto utilizzare i servizi mail, internet e di messaggistica. I gestori potranno poi rivalersi su Research in Motion, la società canadese che produce il noto marchio di smartphone, per i danni causati». L’associazione, insomma, delinea fin da subito il percorso identificato per l’entrata in azione: una richiesta di risarcimento ai carrier in primis, dopodiché sarà onere di questi ultimi cercare la rivalsa su RIM.
Il Codacons, pertanto, non può far altro che girare la minaccia alle uniche entità a cui è possibile puntare il dito: siano i carrier a mediare la situazione, perché in caso contrario saranno proprio i carrier a doverne fare le spese per primi. Continua il comunicato dell’associazione: «Appare chiaro, infatti, che la mancata fornitura di un servizio già pagato, produce un danno ai consumatori. Se le compagnie telefoniche non accoglieranno la nostra richiesta, e non disporranno indennizzi verso i propri clienti sarà inevitabile una class action volta a tutelare i possessori di Blackberry».
La parola passa ai carrier. O, più probabilmente, direttamente a RIM. Perché le scuse, a questo punto, sembrano non bastare.