Il codice rubato a Microsoft arriva da Mainsoft

Un'analisi approfondita del codice Microsoft disponibile in rete lascia trasparire come la sequenza giunga da un pc del gruppo Mainsoft, software house vicina a Microsoft ormai dal 1994. Da Redmond si continuano a negare inoltre pericoli sul sistema.
Il codice rubato a Microsoft arriva da Mainsoft
Un'analisi approfondita del codice Microsoft disponibile in rete lascia trasparire come la sequenza giunga da un pc del gruppo Mainsoft, software house vicina a Microsoft ormai dal 1994. Da Redmond si continuano a negare inoltre pericoli sul sistema.

«Microsoft sta lavorando in collaborazione col l’FBI per indagare sul caso», così sul sito ufficiale del gruppo viene aggiornata la situazione circa il caso del codice messo a disposizione in Rete nei giorni scorsi. Inoltre, in seguito alle ultime voci circolate sulla vicenda, Microsoft conferma ufficialmente sia l’iniziativa “Shared Source” che il “Government Security Program“.

Nuovi particolari si aggiungono alla vicenda. Come riportato dal sito BetaNews, il codice esaminato contiene più di una traccia in grado di demandare le responsabilità della fuga del codice al gruppo Mainsoft. Mainsoft è una software house specializzata nel “porting” di applicazioni fra sistemi diversi e che collabora con Microsoft fin dal 1994. L’azienza ha avuto accesso al codice come partecipante al programma WISE (Windows Interface Source Environment) e come utilizzatore del codice al fine di progettare applicativi multipiattaforma.

Da Mainsoft provengono alcuni “port” per Unix degli applicativi Windows. In uno di questi programmi, MainWin, sarebbero stati utilizzati file del Service Pack 1 di Windows 2000. E sono proprio 30.915 file di questo Service Pack che stanno circolando in rete sotto forma di codice sorgente, pronti per essere scaricati da qualsiasi rete peer to peer.

Al momento il gruppo accusato starebbe collaborando con gli inquirenti al fine di ricostruire i passaggi del possibile misfatto (la perdita anche solo di parte del codice rappresenta per Microsoft un grande smacco) e da Redmond si continua a lasciar trasparire estrema e pacata sicurezza circa i possibili pericoli per l’utenza provenienti dalla perdita del codice.

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