Uno dei più grandi successi tecnologici dell’umanità, il computer che ha guidato varie missioni dell’Apollo 11, oggi è una macchina che confeziona bitcoin.
L’Apollo Guidance Computer (AGC) è stato determinante per portare l’uomo sulla luna, cinquanta anni fa, con un computer abbastanza piccolo da stare nel modulo di comando in un momento in cui un PC poteva occupare, di norma, un’intera stanza. Con un peso di circa 32 kg, è stato uno dei primi a utilizzare i circuiti integrati, che lo hanno reso abbastanza leggero da poter decollare (letteralmente).
Nonostante il potere di calcolo di AGC fosse simile a quello di un moderno telefono cellulare, c’è chi ha pensato di convertirlo in macchina per il mining di bitcoin. Di fatto, il computer impiega circa 10 secondi per calcolare un singolo valore di hash – e ogni bitcoin può richiedere miliardi a volte anche milioni di miliardi di hash per essere generato. I tecnici che hanno riprogrammato l’orpello storico, che lavora a 15 bit, stimano che servirebbero un miliardo di volte l’età dell’universo per calcolare un singolo Bitcoin. Probabilmente non è una buona idea per finanziare i futuri progetti della NASA ma un’idea interessante, proprio nel 50° anniversario dello sbarco sulla luna.
Un po’ di storia
L’Apollo Guidance Computer (AGC) forniva guida, navigazione e controllo a bordo dei voli Apollo sulla luna. Questo computer è stato uno dei primi ad utilizzare circuiti integrati, contenenti solo due tipi di hardware: un gate NOR a 3 ingressi per il circuito logico e un amplificatore IC per la memoria. Usava anche numerosi circuiti analogici costruiti con componenti dell’epoca, con insolita copertura esterna in legno di pino. A riadattarlo come farmer bitcoin è stato Ken Shirriff.