Il Decreto Sviluppo, oggi in bozza ed in fase di vaglio prima della discussione in Parlamento, nasce da un presupposto espresso dallo stesso Presidente del Consiglio: non ci sono i soldi, dunque non è pensabile oggi fare appello allo sviluppo sfoderando nuovi investimenti. Quel che si può fare, però, è operare al risparmio e nella direzione di una maggior efficienza. Ed è in questo contesto che la politica muove un nuovo passo verso la tecnologia, chiedendo supporto ad un ambito al quale spesso non si è dato quanto necessario. Ed ora i nodi potrebbero venire al pettine.
Pagelle elettroniche
Tra i provvedimenti indicati nel Decreto Sviluppo compare ad esempio l’indicazione esplicita affinché gli istituti scolastici cancellino l’orpello della pagella su cartaceo per deviare definitivamente verso la forma digitale. Trattasi di una mossa per molti versi ovvia, in grado di diminuire i costi organizzativi, i costi del personale impegnato ed i costi per la produzione dei certificati. Quel che ad oggi non è chiaro sono le modalità con cui la forma cartacea verrà sostituita. Ed il “come” potrebbe fare la differenza.
Al fine di semplificare e migliorare il quadro delle comunicazioni scuola-famiglia riducendone i costi connessi, a decorrere dal primo gennaio 2013, le istituzioni scolastiche pubbliche di ogni ordine e grado adottano, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblic, procedure telematiche per rilasciare le pagelle e i certificati scolastici in formato elettronico, per la gestione informatizzata delle carriere degli studenti e per consentire le iscrizioni e i pagamenti delle tasse scolastiche online, avvalendosi, secondo le modalita’ definite con decreto, dei servizi resi a tale scopo disponibili dai sistemi informativi del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Per accedere alle pagelle online occorrerà essere dotati di pc, il che costituirà al tempo stesso ostacolo e stimolo al tempo stesso per le famiglie ancora sprovviste di uno strumento ormai da considerarsi fondamentale (in prospettiva l’auspicio è che diventa essenziale per il dialogo con la PA); occorrerà avere una connessione alla Rete, ed anche in tal senso occorrerà lavorare per fare in modo che tutti possano accedervi senza difficoltà; occorrerà avere una minima erudizione nell’uso dello strumento informatico, ed in tal senso il digital divide culturale di cui l’Italia soffre potrebbe creare ulteriori difficoltà. Il legislatore dovrà inoltre stabilire protocolli precisi per l’accesso e la distribuzione dei dati, per garantire la sicurezza dei processi e tutto ciò nell’auspicio che il passaggio su cartaceo possa essere definitivamente archiviato (o quantomeno delegato all’utente finale, che potrà farne libera scelta).
Biglietto elettronico
Al fine di incentivare l’uso degli strumenti elettronici per migliorare i servizi ai cittadini nel settore del trasporto pubblico locale, riducendone i costi connessi, le aziende di trasporto pubblico locale adottano sistemi di bigliettazione elettronica e di pagamento interoperabili a livello nazionale
Anche in questo caso non emergono dettagli ulteriori, ma il principio è semplicemente quello di una gestione più efficiente dei processi. In questo caso saranno probabilmente le smart card a farla da padrona, in attesa che i pagamenti su smartphone possano divenire una realtà importante nel paese che più di tutti ha dimostrato da tempo di apprezzare tutto quel che è tecnologia mobile.
E la banda larga?
Al momento tutto quel che concerne la banda larga non rientra nella bozza trapelata sui media nazionali in queste ore. Il Decreto Sviluppo non sembra voler affrontare l’argomento, ignorando ancora una volta l’elemento che più di ogni altro potrebbe trainare l’economia grazie ai noti benefici che è in grado di elargire a livello di Prodotto Interno Lordo. Nei giorni scorsi il ministro Sacconi ha confermato in tv che i proventi dall’asta per le frequenze 4G non saranno destinati ai nuovi investimenti per una rete di nuova generazione, ed al tempo stesso ha rinnovato antiche promesse circa un intervento della Cassa Depositi e Prestiti.
L’intervento dell’UE con i propri Project Bond dovrà stimolare per l’ultima volta lo sviluppo di una rete che sappia davvero chiudere il digital divide strutturale che attanaglia il nostro paese da sempre. E sarà probabilmente questo l’unico vero intervento in tema tecnologico in grado di stimolare concretamente lo sviluppo in un paese che nella tecnologia dimostra di credere più nella forma che non nella sostanza.