Jonathan Jacques-Belletête, nel corso di un intervento apparso sul sito EDGE, ha parlato a lungo della sfida rappresentata per lo staff artistico di Eidos Montreal dal creare un’estetica cyberpunk per Deus Ex 3, senza cadere nei cliché: il testo permette inoltre di scoprire numerosi elementi di notevole interesse riguardo il nuovo capitolo della saga futuristica per Xbox 360 e PS3.
I membri del team, che originariamente erano solo sei, si sarebbero ispirati pesantemente alle atmosfere del primo titolo della serie, a tutti loro ben noto: la loro conclusione è stata che le atmosfere del gioco si basano principalmente su archetipi del genere cyberpunk, ai quali essi avrebbero potuto attingere, concentrandosi poi sui temi principali di Deus Ex.
Il risultato è che in Deus Ex 3 si potrà godere una rappresentazione non necessariamente realistica del mondo, ma di sicuro verosimile: l’intento dello staff è stato infatti quello di creare un’ambientazione dettagliata e concreta, anche rispetto ai personaggi.
Per dar vita a tutto questo, gli autori si sono basati su due metafore: da un lato, il mito di Icaro, dall’altro, il Rinascimento. Dalla fusione di tali modelli è nato un concept definito “Cyber-rinascimento“.
Grazie all’aiuto di un artista come Jim Murray, già al lavoro su produzioni come Slaine e Judje Dredd per conto di 2000 AD, è stato possibile, per esempio, produrre design di abiti che risultassero credibili e al tempo stesso futuristici.
Rimaneva tuttavia il problema di Adam Jensen, protagonista di Deus Ex 3: se, da un lato, le sue braccia cibernetiche dovevano risultare ben visibili (specialmente nelle scene di lotta, nelle quali il gioco passa a una visuale in terza persona), dall’altro si desiderava rendere l’eroe della storia capace di risultare forte ed elegante al tempo stesso. È stato così che si è optato per due diversi costumi: uno classico in stile rinascimentale, e uno moderno e adatto alle situazioni avventurose, senza maniche.