Notizie positive giungono dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) degli Stati Uniti nei confronti di Microsoft. Sotto stretta sorveglianza da numerosi anni per scongiurare condizioni di posizione dominante sul mercato, l’azienda di Redmond ha ricevuto un sostanziale appoggio da parte del DOJ statunitense, che si è fermamente opposto alla richiesta di alcuni Stati della Federazione di estendere il periodo di controllo dell’Antitrust. Stipulato circa cinque anni fa tra Microsoft e un gruppo di Stati guidati dalla California, l’accordo di monitoraggio delle attività di Redmond doveva decadere entro i primi giorni di novembre, ma è stato esteso fino a gennaio per consentire ai giudici di valutare l’ipotesi di un ulteriore prolungamento del periodo di sorveglianza.
Il DOJ ha esplicitamente invitato il giudice Colleen Kollar-Kotelly a rifiutare le tesi avanzate dal gruppo degli Stati coinvolti nella vicenda e a scartare qualsiasi possibilità di estendere l’accordo di sorveglianza fino al 2012. Mentre le richieste effettuate dal gruppo di Stati guidati dalla California erano prevedibili, molto più scalpore ha destato l’ìmprovviso voltafaccia di un altro gruppo di Stati da sempre sulle posizioni del DOJ. Gli Stati della Florida, della Louisiana, del Maryland e di New York si sono schierati con la California e gli altri Paesi della Federazione, nonostante appena tre mesi or sono avessero ratificato la risoluzione del DOJ che definiva concluso e completamente compiuto il periodo di sorveglianza su Microsoft.
Gli Stati impegnati nella richiesta di una proroga sono stati pensantemente criticati dal Dipartimento di Giustizia americano, che ha bollato come inconsistenti le obiezioni legate alla possibile posizione dominante di Microsoft sul mercato dei browser a causa del suo Internet Explorer integrato nei sistemi operativi Windows. Secondo il DOJ, i provvedimenti antitrust vietano espressamente a Microsoft di monopolizzare il mercato degli OEM, che sono quindi liberi di preinstallare sui loro sistemi i software che ritengono più opportuni per i loro clienti. Gli Stati avranno ora una settimana di tempo per rispondere alle obiezioni del Dipartimento di Giustizia.