Il futuro delle aziende dovrebbe essere "rosa"

Il futuro delle aziende dovrebbe essere

Tra le tante indagini che vengono condotte quotidianamente su gruppi di aziende internazionali, voglio segnalarvi questa che contiene dati molto significativi e su cui riflettere.

Partiamo subito con un’affermazione: Le aziende con più donne ai vertici, sono più competitive e fanno più utili.

Secondo questa indagine pare che in tutte le aziende in cui ai vertici ci sia una presenza femminile, pari al 30%, si verifichi una migliore organizzazione; quest’ultima andrebbe così a riflettersi sulla cura degli ambienti lavorativi, su una maggiore coordinazione e un controllo più accurato e, generalmente, verso un’armonia lavorativa molto maggiore rispetto ad aziende in cui a governare sono soltanto uomini.

Naturalmente emergono aspetti positivi, oltre che dall’aspetto etico, sociale e organizzativo, anche dall’aspetto finanziario. L’analisi di McKinsey & C., che ha tenuto conto, per ciò che concerne l’analisi economico-finanziaria, dei bilanci di 89 aziende europee quotate in borsa e con fatturato annuo superiore a 150 milioni di Euro, ha portato alla luce diversi dati interessanti.

Sembra infatti che le aziende che hanno più di 2 donne nel board o nei comitati esecutivi, possano vantare performance economiche invidiabili: più 10% di redditività (Roe), utili pre-tasse pari al doppio, performance borsistica superiore al 70%, rispetto alle altre aziende.

Insomma, pare proprio che il futuro sia rosa nelle aziende, comprese quelle IT, che, come già ripetuto svariate volte, rappresentano il futuro del lavoro. Eppure, per questi dati positivi, ne emergono altri altrettanto negativi.

In merito a questi ultimi, la sociologa Francesca Zajczyk dice “la realtà, purtroppo, è disarmante. Trent’anni fa, infatti, non avremmo mai pensato che, ad oggi, ci sarebbero state così poche donne ai vertici delle aziende”.

Urge riflettere allora, sia dal punto di vista dei guadagni economici che dal punto di vista di quelle che oggi si chiamano “pari opportunità”, le donne non possono che fare bene alle aziende europee e sopratutto italiane.

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