Gli USA mantengono il controllo sull’ICANN, ma la tendenza ad una maggiore apertura è ormai tracciata. E’ questo il finale del convegno di Tunisi in cui si ipotizzava la messa in discussione del ruolo degli States nella gestione dell’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers. La notizia ha presto raccolto un’ampia eco in quanto, con il crescere dell’importanza della rete nella vita quotidiana, si accresce proporzionalmente l’importanza strategica (nonché politica) del mantenimento del controllo sulle sue strutture organizzative.
Il World Summit on the Information Society (WSIS) non ha dunque approntato sostanziali novità per l’immediato: l’ICANN più volte è stato messo in discussione (la proposta più diffusa era quella di spostarne il controllo presso le Nazioni Unite), ma mai il controllo al gruppo non-profit è stato intaccato. La vera novità emersa è un forum nel quale tutte le forze in campo convoglieranno le proprie energie per discutere eventuali problematiche emergenti nella gestione della rete.
Così spiega il Sole24Ore: «dall’anno prossimo, direttamente gestito dagli staff di Kofi Annan, dovrà prendere il via un grande forum (ovviamente sulla rete) in cui tutte le componenti di Internet, per cinque anni discuteranno e svilupperanno assieme le linee guida su problemi spinosi come lo spam, i diritti degli utenti, la sicurezza, la pornografia. Il Forum aperto avrà una durata di almeno cinque anni e servirà a definire soluzioni condivise che poi verranno affidate a una Icann, che resterà al timone di Internet, ma sempre più internazionalizzata (già oggi ha un comitato consultivo in cui siedono rappresentanti di 15 Paesi) e super partes. Fino al suo sostanziale svincolo dalla sola presenza istituzionale di Washington».
L’ICANN insomma è destinata a divenire un ente al di fuori dello stringente controllo nazionale (soprattutto USA), ma per 5 anni almeno la voce in capitolo degli States non sarà messa in discussione. Il forum costituisce un ammorbidimento della situazione attuale (così come espressamente richiesto e progettato in ambito europeo) ed inaugura un quinquennio di transizione che porterà al nuovo “governo”.