David Ascher, nuovo responsabile Mozilla Labs e veterano del gruppo dopo i precedenti lavori nel team Thunderbird, se ne dice convinto: il passato di Mozilla è alle spalle ed un nuovo capitolo sta per cominciare. Il tutto sembra assumere doppia valenza, peraltro: una sorta di solenne dichiarazione di intenti alla luce del nuovo anno che va a cominciare, anzitutto, ma anche un modo per cambiare marcia dopo che il famigerato contratto con Google è stato siglato e la solidità economica della fondazione è stata confermata.
Parole, in ogni caso, estremamente decise: Mozilla ha un progetto preciso che si nutre di una visione chiara e delineata. Che Ascher ha voluto condividere, almeno nelle sue direttrici più importanti, per sgombrare il campo dai dubbi: il timone è saldo, la rotta è ben determinata e le ambizioni sono altisonanti.
La convinzione di David Ascher, infatti, è quella di una percezione distorta del progresso che Mozilla starebbe facendo nello sviluppo dei propri prodotti. Una sorta di scollamento tra la realtà e la realtà percepita circa i progetti del gruppo, insomma, avrebbe oscurato le reali priorità del team, elementi sui quali si intende pertanto far ora chiarezza. Mozilla, infatti, in passato ha portato avanti il proprio credo nel Web ed ora intende proseguire su questa direzione, pur affrontando le varie sfide che il progresso pone. Sfide che fin da ora sono state identificate:
- Mobile, o Web verticale: Mozilla ha identificato in Boot 2 Gecko (B2G) l’elemento per approdare sul mobile con una piattaforma compiuta per garantire apertura, interoperabilità e continuità d’azione. Mozilla intende infatti dare grande importanza alla verticalità del Web, alla possibilità di avere una esperienza sola ovunque si abbia accesso alla Rete. Con B2G Mozilla va ad esprimere il proprio impegno “lower in the stack”, estendendo quello che fino ad oggi è stato il concetto di browser verso una dimensione nuova (al pari di ciò che Google sta compiendo con Chrome OS);
- Web con l’utente al centro: l’utente deve essere il fulcro, il centro, l’ombelico dell’esperienza Web. Tutto ruota attorno a chi lo usa, e gli strumenti debbono poter assecondare questo tipo di visione: un browser che gestisca le identità, un sistema ubiquo, una garanzia dell’identità nel tempo, una rete di standard che consenta di trasferire la propria identità su più siti e più servizi online. Il progetto BrowserID già affonda le radici in questo tipo di filosofia, dunque Mozilla afferma di avere già le basi su cui sviluppare la propria visione. L’identità è infatti elemento fondamentale per il futuro, poiché la centralità dell’utente si basa anzitutto sulla sua identificazione certa, con la tutela della sua privacy e con la certezza delle sue libertà d’azione;
- Applicazioni, parte del Web: il mondo delle App non deve essere alternativo al Web, ma parte integrante dello stesso. La possibilità di installare ovunque le proprie applicazioni e l’adesione a standard specifici in tal senso significherebbe un passo avanti per sviluppatori e utenti, pur sottraendo valore alle piattaforme che fino ad oggi hanno circondato il proprio orticello per non far sfuggire i clienti. Anche in questo caso il team lavora già da tempo alla ricerca di una soluzione, dunque per il futuro l’intento è quello di portare sul mercato quel che già è nei laboratori.
David Ascher mette le mani avanti: sa che non a tutti piacerà la strada intrapresa e che spesso la superficialità dell’approccio con la fondazione rischia di annebbiare la visione di lungo periodo che invece Mozilla ha il dovere di prefigurare ed inseguire. Prima di accettare critiche (a cui è difficile porre risposte singole), Mozilla spera pertanto che la nuova dichiarazione di intenti possa essere analizzata a fondo: Mozilla non è soltanto Firefox e Firefox non è soltanto un browser. Perchè il Web non è soltanto una serie di documenti da sfogliare.
Il futuro di Mozilla inizia con questo confronto, insomma. Ed il 2012 è l’anno in cui la nuova immagine del gruppo verrà a galla.