«L’Autorità Garante per la privacy esprime forte preoccupazione riguardo agli effetti negativi che potranno derivare dalle nuove norme in materia di telemarketing introdotte dal cosiddetto “decreto legge Ronchi”, appena approvato in via definitiva dalla Camera»: un comunicato secco, che esprime un parere di totale contrarietà (nella forma e nella sostanza) alle norme che il Decreto introduce a regolamentazione delle azioni di marketing che le aziende perpetrano sugli utenti tramite mezzo telefonico.
Spiega il Garante: «In particolare suscita molta perplessità l’istituzione di un registro pubblico al quale devono iscriversi quanti non vogliono essere disturbati da telefonate pubblicitarie o commerciali, caricando così i cittadini di incombenze e problemi. Si rischia, inoltre, di causare ulteriori molestie ad abbonati e utenti, che, almeno fino a quando non sarà istituito il registro, si vedranno di nuovo massicciamente contattare da aziende, gestori telefonici, società di servizi con le offerte più diverse». La prima bocciatura è per l’istituzione stessa del registro, vista come un approccio errato al problema e, soprattutto, identificata come un onere che giocoforza ricade sull’utente (ovvero l’entità che andrebbe tutelata). E non solo: la stessa deregulation che viene a crearsi nel frattempo permetterà alle aziende di approfittare dell’assenza della “black list” potendo così agire a piacimento e senza un vero limite.
La seconda fonte di sconcerto è nel fatto che anche gli utenti già presenti nella precedente lista nera debbano ora ripetere l’operazione da capo: «La norma prevede, peraltro, che possano essere contattati a fini promozionali anche coloro che a suo tempo avevano manifestato la volontà di non ricevere più pubblicità telefonica, provocando in questo modo ulteriori fastidi a tutti, compreso chi si era già espresso su questa questione».
Dulcis in fundo, il Garante per la Privacy rivendica il proprio ruolo e manifesta tutto il proprio dissenso per un Decreto portato avanti senza la minima consultazione con l’organo competente: «Sconcertante e inspiegabile appare anche la mancata previsione del parere formale del Garante sull’istituzione del registro, sul cui funzionamento e sulla cui organizzazione l’Autorità viene tuttavia chiamata a vigilare». La bocciatura, pur mantenendo cautelativamente il beneficio del dubbio, è quindi totale: «Pur riservandosi di verificarne in concreto il funzionamento, l’Autorità esprime infine dubbi sull’effettiva efficacia del registro, il quale peraltro non verrà, come erroneamente riportato da notizie di stampa, gestito direttamente dal Garante, ma da un ente o organismo diverso, ancora da individuare».