Il Garante per la Privacy si appresta a regolamentare un aspetto molto delicato dell’approccio italiano all’e-Health. L’incontro tra assistenza sanitaria e Internet, infatti, apre a molte problematiche relative a sicurezza e privacy ed è proprio per questo motivo che il Garante non solo offre i propri spunti fondamentali, ma chiede anche all’utenza interessata un parere su quello che le istituzioni dovrebbero porre in essere per arrivare nel modo migliore a cogliere questa opportunità.
Spiega il Garante: «Sì a risultati di analisi cliniche, radiografie e referti medici direttamente sulla propria e-mail o consultabili online dal computer di casa, ma solo con il consenso dell’assistito e nel pieno rispetto delle misure a protezione dei dati sanitari. Già da tempo diversi laboratori, cliniche e ospedali offrono servizi di refertazione elettronica di esami clinici. Ma è necessario che questo importante ed innovativo processo di ammodernamento tecnologico della sanità pubblica e privata proceda seguendo regole rigorose, tanto più in mancanza di una normativa che disciplini questa nuova modalità di consegna. Proprio a questo scopo il Garante per la protezione dei dati personali ha approvato specifiche “Linee guida in tema di referti on line” che individuano misure e accorgimenti a garanzia dei cittadini, sia per quanto riguarda la ricezione del referto via mail, sia nel caso in cui il paziente ricorra al download degli esami clinici direttamente dal sito web della struttura sanitaria».
Le linee guida approntate dal Garante prevedono:
- «L’adesione al servizio dovrà essere facoltativa e il referto cartaceo rimarrà comunque disponibile. L’assistito dovrà dare il suo consenso sulla base di una informativa chiara e trasparente che spieghi tutte le caratteristiche del servizio di refertazione on line»;
- «Le strutture che offrono la possibilità di archiviare e continuare a consultare via web i referti dovranno fornire una ulteriore specifica informativa e acquisire un autonomo consenso»;
- «Il referto dovrà essere accompagnato da un giudizio scritto e dalla disponibilità del medico a fornire ulteriori indicazioni su richiesta dell’interessato. Indagini particolarmente delicate, come quelle genetiche, anche prenatali, per le quali la normativa prevede la necessità di assicurare una consulenza medica appropriata, dovrebbero essere escluse dal servizio di refertazione online»;
- «Le linee guida prevedono infine, che i referti restino a disposizione online per un massimo di 30 giorni. Si prescrivono, inoltre, elevate misure di sicurezza tecnologica, quali l’utilizzo di standard crittografici, sistemi di autenticazione forte, convalida degli indirizzi e-mail con verifica online, uso di password per l’apertura del file».
La consultazione pubblica, la cui scadenza è stata fissata per il 30 Settembre, sarà utile ad «acquisire, prima della definitiva adozione, osservazioni e commenti da parte di organismi e professionisti sanitari pubblici e privati, medici di base, pediatri, organismi rappresentativi, associazioni di pazienti».