L’Italia si sa, non brilla nel settore delle Tlc. Inutile riportare e citare i vari studi o ricerche che ci vedono sempre nelle ultime posizioni, oramai li conosciamo tutti. Proprio sulla preoccupazione di dare una svolta a questo settore e svegliare l’Italia dal torpore tecnologico, ci prova una particolare petizione pubblica che chiede alla classe politica, indipendentemente da colore e posizione, di dare una seria strategia digitale. Petizione che vede tra i tanti firmatari e sostenitori Franco Bernabè (AD Telecom Italia), Paolo Bertoluzzo (Vodafone), Luigi Gubitosi (Wind), Stefano Parisi (Fastweb), Corrado Sciolla (BT Italia) e tanti nomi noti del panorama digitale nostrano.
Iniziativa lodevole, ma non secondo il Governo che ha fortemente polemizzato l’iniziativa. Protagonista della polemica è il Ministro Paolo Romani che ha puntato il dito sulla contraddizione nel vedere che tra i principali sostenitori della petizione ci siano aziende coinvolte in prima linea nello sviluppo delle reti a banda larga nostrane.
Il Ministro ha ricordato inoltre come il Governo si stia adoperando per risolvere il problema del digital divide e che dal 2009 ci sia stata una forte riduzione di questo fenomeno. Chi ha ragione e chi ha torto? Probabilmente entrambe le posizioni. Sappiamo benissimo quante parole siano state spese dalla politica nostrana a favore del settore Tlc, ma abbiamo anche visto quanto poco realmente sia stato fatto.
Ma anche le polemiche e lotte intestine tra i provider nostrani non hanno certamente giovato allo sviluppo digitale dell’Italia.
Dunque tutto questo clamore sembra la solita inutile polemica all’italiana, ed è questo forse il nostro vero problema…