La Francia appare sempre più decisa a mettere delle regole ferree alla cosiddetta “rivoluzione digitale“. Infatti non sarà forse un caso se, in un paese che di rivoluzioni se ne intende, la questione legata al ripensamento strutturale di diversi settori della cultura e dell’economia dovuto all’avvento di Internet appare una necessità sentita più che in altri paesi.
Così, dopo la contestatissima e ormai rinomata hadopi e dopo la recente “querelle” con Google legata alla digitalizzazione dei testi francesi fatta da Google Books, ecco arrivare una nuova e potenzialmente chiacchierata proposta, stavolta atta a introdurre una tassazione sui ricavi generati dalla pubblicità online.
La proposta in oggetto, fatta al Ministro della Cultura francese da Patrick Zelnik, pare essere stata accolta con un certo favore dal Governo. Secondo Zelnik si rende necessaria una tassazione specifica sui ricavi derivanti dalla pubblicità online, un mercato in costante crescita i cui proventi sfuggono attualmente alla tassazione dei paesi da cui proviene il traffico, andando invece ad arricchire l’erario dei soli paesi in cui gli operatori hanno la propria sede sociale.
In altre parole, l’idea è quella di far pagare le tasse sui ricavi generati dalle inserzioni provenienti dalla Francia direttamente al governo francese e non, come avviene adesso, ad altri paesi che nulla hanno a che vedere con il mercato di riferimento delle inserzioni.
Appare chiaro che tra i più colpiti da una simile tassazione saranno i motori di ricerca, ovvero quei servizi che fanno dell’advertising online la loro principale e quasi esclusiva fonte di reddito, mettendo quindi dentro il mirino proprio chi, tra essi, lavora in condizione privilegiata, controllando una buona percentuale dell’intero mercato, ovvvero Google.
Sarebbe quindi BigG, e in misura più lieve anche gli altri motori di ricerca, a dover versare una percentuale dei ricavi provenienti dalla divisione francese al governo d’oltralpe, con una decurtazione dei ricavi che aprirà sicuramente accese discussioni che rischiano di mettere ancora una volta uno di fronte all’altro il colosso americano e il governo presieduto da Nicolas Sarkozy.
E proprio il Primo Ministro francese ha mostrato un certo interesse per la proposta, tanto da essere intenzionato a chiedere un parere formale all’antitrust per chiarire eventuali abusi di posizione dominante sul mercato della pubblicità online, aprendo di fatto un nuovo fronte di scontro con i principali operatori del mercato.
La situazione francese sarà quindi molto importante per il resto degli altri paesi europei e non solo. Un’eventuale decisione sull’imposizione di una tassa per la pubblicità online potrebbe dare il via a simili iniziative in altre parti del mondo con la possibilità di rivoluzionare davvero una fiorente economia cresciuta sul mercato delle ricerche online. Che sia questa la nuova Rivoluzione francese del XXI secolo?