Flickr è tornato, è ufficiale. All’inizio della salita ha arrancato, si è defilato, ma non ha mai perso di vista il gruppone: ora si è rifatto sotto minaccioso e nei prossimi mesi bisognerà capire quante risorse ha ancora a disposizione per tornare realmente protagonista. La notizia della notte è infatti di quelle che si fanno notare: 1TB, gratis, per tutti. E quando si raggiungono dimensioni di questo tipo non è soltanto questione di quantità: c’è tutto un meccanismo che si innesca nel rapporto con l’utenza, tale da scrostare la ruggine accumulata in anni di immobilismo e tale da ridisegnare l’immagine del servizio agli occhi della propria community.
La novità non implica infatti soltanto un aumento dello spazio gratuito: quest’ultimo è soltanto il fronte di facciata di un intero nuovo modello che viene proposto, di un intero vecchio modello che va in soffitta, di un business radicalmente ridisegnato e di un rilancio a voce alta che la dice lunga sulle ambizioni di Yahoo di tornare agli antichi splendori sotto il controllo di Marissa Mayer. La bussola era stata persa, è innegabile: quella che era la repository online più amata per chi scatta fotografie, in pochi anni è diventata una landa desolata sorpassata a destra ed a sinistra da chi stava invece cavalcando l’onda nuova dei social network e del mobile.
L’esperienza di condivisione delle immagini, favorita da realtà quali Facebook prima e Google+ poi, ha cambiato radicalmente il modo di vivere lo scatto fotografico: la Rete non è più soltanto un semplice contenitore, ma diventa una vetrina, un luogo di scambio, un riferimento nel quale la fotografia prende vita nel momento stesso in cui è disponibile, è arricchita di tag, è aperta ai commenti e raccoglie i “mi piace”. Su Flickr tutto ciò era invece perduto: ogni utente aveva pochi MB disponibili prima di doversi scontrare con un vincolo di pagamento. Perché pagare per nascondere una foto, quando fior di servizi consentono di metterla in mostra a costo zero? L’epifania di Flickr sembrava così segnata, lasciando non poco rammarico nei ricordi di chi aveva amato il servizio e la sua community.
Poi l’annuncio: 1TB per tutti a far da collante per le app distribuite su App Store e Google Play. Un riferimento, insomma, sul quale archiviare le immagini della propria vita quotidiana senza doversi preoccupare dei limiti in termini di quantità e dimensioni. Un salotto comodo per le fotografie, per archiviarle e ordinarle, dove conservarle prima di condividerle sui social network desiderati. E se vetrina deve essere, ecco cambiare anche l’interfaccia: lo sfondo bianco tipico di un design improntato all’ordine ed all’utilità di un colpo d’occhio generale viene sostituito da fotografie più ampie, da schermate ricolme di contenuti e da dinamiche di coinvolgimento molto più frizzanti.
Un Flickr nuovo, in tutto e per tutto. Un po’ Pinterest, un po’ Facebook, ma soprattutto molto Flickr: un’identità ritrovata. Chi lo aveva sperimentato anni or sono si trova peraltro una sorpresa in più: le immagini archiviate nel passato, e magari dimenticate in virtù di un abbonamento scaduto e mai rinnovato, tornano ad emergere. Chi effettua il login su Flickr in queste ore dopo averlo dimenticato per lungo tempo ritroverà quindi vecchi album dimenticati sui server Yahoo e potrà ripartire di qui per ricucire il proprio rapporto con il servizio. O almeno questo è quel che si augura Marissa Mayer, che con la novità presentata ha ridato slancio ad un potenziale futuro ramo secco dell’azienda. Aspettando Tumblr, ovviamente, che potrebbe potenzialmente sviluppare sinergie importanti con Flickr per dar linfa ulteriore al nuovo progetto di business di Sunnyvale.