Il Guardian lancia l'idea Open Platform

Il quotidiano britannico ha aperto la sua versione online agli sviluppatori di terze parti. Sfruttando i numerosi database del giornale, i programmatori potranno creare nuove applicazioni da diffondere in Rete, estendendo la presenza del Guardian sul Web
Il Guardian lancia l'idea Open Platform
Il quotidiano britannico ha aperto la sua versione online agli sviluppatori di terze parti. Sfruttando i numerosi database del giornale, i programmatori potranno creare nuove applicazioni da diffondere in Rete, estendendo la presenza del Guardian sul Web

Il quotidiano britannico The Guardian apre agli sviluppatori la sua versione online, fornendo una piattaforma per l’implementazione di applicazioni da parte di terze parti. La decisione apre numerose nuove opportunità per consentire al famoso giornale di estendere la sua presenza online, fornendo anche nuovi interessanti servizi per gli utenti della Rete. Open Platform si inserisce in un territorio ancora poco esplorato dall’editoria online, ma dalle numerose potenzialità.

«Abbiamo aperto la nostra piattaforma per fornire nuovo accesso al giornalismo, al nostro marchio e alle tecnologie che animano guardian.co.uk. I primi due servizi che lanciamo come parte della piattaforma sono Content API e Data Store. Content API è il servizio che consente ai nostri partner di selezionare e raccogliere contenuti direttamente dal Guardian. Il Data Store è la directory dei dati curati dai giornalisti del Guardian. Il nostro obiettivo è quello di rendere la Guardian Open Platform un servizio utile per tutti coloro che creano nuove soluzioni per Internet» si legge nel post del nuovo blog creato dal quotidiano per mantenere informati gli utenti sulle nuove funzionalità della piattaforma aperta.

Il servizio è al momento in fase di beta test, ma consente già di lavorare sul codice per produrre le proprie applicazioni. Fornendo al Guardian alcune informazioni sulla propria identità e su che cosa si intende realizzare è possibile ottenere una chiave di accesso per partecipare al progetto. Il numero di “API key” sarà per un primo periodo particolarmente limitato, poi il servizio verrà progressivamente aperto a un maggior numero di sviluppatori. Una volta ottenute le credenziali si può accedere ad “API Explorer”, la console concepita dagli esperti del Guardian per sviluppare e sperimentare le proprie applicazioni.

I dati vengono forniti dal sistema in vari formati, tra i quali spiccano XML, JSON e ATOM. Non mancano poi alcune librerie predefinite, in Ruby, Python, PHP e Java, per aiutare gli sviluppatori con meno esperienza nella creazione delle nuove applicazioni. Infine, all’interno di “Guardian API Talk” ogni sviluppatore avrà la possibilità di confrontarsi con la community dei programmatori che lavorano per la piattaforma, ottenendo così consigli e soluzioni per affinare il proprio lavoro legato alla Guardian Open Platform.

Nel corso delle ultime settimane, alcuni partner del giornale britannico hanno avuto la possibilità di sperimentare in anteprima le funzionalità della piattaforma, creando specifiche applicazioni in grado di sfruttare le informazioni contenute negli enormi database del Guardian. Gli esempi sono molteplici e spaziano da un sistema per inserire informazioni geografiche su una singola notizia a una applicazione per corredare le biografie di alcuni scultori con le ultime informazioni sulle loro opere d’arte, passando per nuovi motori di ricerca in grado di fornire risultati molto più pertinenti sulle notizie.

L’iniziativa del Guardian non solo apre le porte agli sviluppatori di terze parti, ma consente anche agli utenti di beneficiare di una quantità considerevole di informazioni e risorse fino ad ora custodite nei database del giornale e scarsamente accessibili online. Al momento il Guardian mette a disposizione i contenuti prodotti a partire dal 1999 pari a circa un milione di articoli liberamente consultabili per la realizzazione delle applicazioni. Grazie a un sistema di “tag” in costante evoluzione, le informazioni ottenute tramite i database del giornale saranno progressivamente più accurate, migliorando così l’esperienza d’uso per gli utenti finali.

Una buona diffusione delle nuove applicazioni create tramite la Open Platform potrebbe consentire al Guardian di diventare maggiormente pervasivo in Rete, conquistando così nuovi lettori in un periodo molto difficile per i giornali alla ricerca di efficaci modelli di business per mantenere i conti in ordine e fronteggiare la crisi. Il modello proposto dal Guardian potrebbe essere dunque imitato da altri protagonisti dell’informazione online, desiderosi di rafforzare e consolidare la loro presenza in Rete per compensare il calo costante nelle vendite delle loro edizioni su carta.

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