C’è il lavoratore che arriva alle 9.05 e c’è quello che arriva alle 8.55. Poi ovviamente c’è quello che alle 8 era già in postazione.
C’è il lavoratore che per il primo quarto d’ora aggiorna l’antivirus e pulisce la tastiera, e c’è quello che per la prima mezzora fa i calcoli del fantacalcio. Poi ovviamente c’è quello che i calcoli del fantacalcio li fa anche agli amici.
C’è il lavoratore che se si distrae per leggere news o newsletter inerenti al proprio obiettivo professionale, e c’è chi invece distrae il proprio obiettivo professionale con news o newsletter terze. E poi c’è ovviamente chi fa della distrazione il proprio unico obiettivo professionale, distraendosi a volte per lavorare un po’.
C’è il lavoratore che esce alle 18.35 e c’è il lavoratore che alle 18.25 ha già la borsa in ordine e la giacca sulle spalle. E poi c’è ovviamente colui il quale alle 21 è ancora alla scrivania, mentre pensa al proprio stakanovismo ed all’importanza dell’aziendalismo moderno.
L’equilibrio è la via intermedia, ed è il più delle volte quella giusta. Ma dov’è l’equilibrio? Qual’è l’equilibrio? Cosa può essere tollerato? Se tu fossi il titolare di una piccola azienda, come ti comporteresti su certe questioni con i tuoi dipendenti?