In molti ricorderanno certamente il controverso, storico comunicato stampa in cui veniva chiaramente espressa la volontà da parte di Apple di abbandonare il Macworld. Colpito al cuore, uno degli expo più rinomati al mondo comincia a perdere colpi e annuncia la posticipazione dell’evento a febbraio 2010.
Non è molto, alla fin fine, si tratta soltanto di un mese di differenza: dal gennaio 2010, il Macworld slitta nel periodo compreso tra il 9 al 13 febbraio, tuttavia è significativo il motivo per cui ciò avviene. Il problema è che anche il CES di Las Vegas, l’altra manifestazione dedicata alla tecnologia, era in programma per lo stesso periodo. Così, gli espositori del mondo Mac hanno chiesto un posticipo delle date, in modo da non entrare in conflitto, anche perché dovendo scegliere tra le due, Las Svegas sarebbe stata certamente favorita.
Dopotutto, il CES è il più grande computer expo al mondo, e partecipare a queste iniziative ha dei costi non indifferenti. Dato il periodo economico di crisi diffusa, società del calibro di Adobe e Belkin hanno già deciso di ottimizzare gli investimenti e spendere solo in ribalte che restituiscano un’adeguata visibilità. Ecco perché la scelta operata da Apple appare molto sensata.
Ed ecco perché, privato della sua linfa vitale, per il Macworld si prospetta la sfida più grande. Quella del rinnovo e della sopravvivenza.