“Il mercato della banda larga merita maggiore competizione”, e a dirlo questa volta non siamo solo noi Italiani “vittime” del monopolio di Telecom, ma addirittura l’European Competitive Telecoms Association, un’associazione fondata da provider di tutto il mondo che accusa la staticità del mercato e la posizione predominante di molti “incumbent” nei propri mercati d’appartenenza.
L’associazione analizza la penetrazione del broadband europeo e mondiale riportando le considerazioni che già conosciamo, perché già specificate in molte ricerche.
In primis viene fatto notare come la diffusione della banda larga e dei suoi servizi non sia omogenea.
Viene citato in particolare (ma era ovvio), il caso dell’Italia, dove la banda larga cresce poco e dove c’è un forte problema di digital divide.
Viene ancora sottolineato come gli incumbent posseggano nel loro mercato di riferimento un monopolio di fatto, con quote vicine se non superiori al 50% e con la possibilità di influenzare pesantemente l’orientamento del broadband del loro Paese.
L’associazione infine critica pesantemente l’Unione Europea, rea di non dare non solo regole precise in questo mercato, ma anche di essere troppo permissiva su alcune scelte discutibili di alcuni incumbent.
In sostanza l’associazione chiede che vengano poste regole precise in un mercato, che è in forte sviluppo e che rappresenta in futuro delle telecomunicazioni. Non solo regole, ma anche un vero organo che le faccia rispettare.