“Global Alliance Against Child Sexual Abuse Online“. Il mondo si unisce attorno alla stessa causa, ossia la tutela dei minori di fronte ai pericoli dell’abuso sessuale per la produzione e la distribuzione di materiale pedopornografico online, e lo fa con una iniziativa che coinvolge una realtà transnazionale come mai prima d’ora era stato possibile fare.
Ed è tutto nel nome: “globale”, perché coinvolge paesi in tutto il mondo mettendo per la prima volta attorno ad un’unica piattaforma le autorità di tutto il mondo; “alleanza”, perché è nell’interpolazione dei dati e nella collaborazione delle parti che diventa possibile portare in luce dinamiche e mercati che fanno da sostrato al fenomeno degli abusi; “online” perché è questo l’obiettivo principale: usare la rete come cartina di tornasole attraverso la quale identificare le realtà problematiche ed intervenire tanto a salvaguardia dei bambini, quanto a repressione dei molestatori.
L’alleanza prende forma in una comunicazione del Department of Justice americano a seguito di una firma apposta a Bruxelles: 27 paesi dell’Unione Europea uniscono le forze con 22 paesi extra-UE quali Albania, Australia, Cambogia, Canada, Croazia, Georgia, Ghana, Giappone, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Nigeria, Norvegia, Filippine, Serbia, Corea, Svizzera, Thailandia, Turchia, Ucraina, Stati Uniti e Vietnam. A nome dell’UE parla Cecilia Malmström, la quale sottolinea l’importanza del lavoro congiunto: soltanto abbattendo le barriere esistenti tra le varie autorità di controllo è possibile combattere un fenomeno che non vede ostacolo alcuno nei confini nazionali, ed è quindi tramite la cooperazione che è possibile operare con reale efficacia contro il fenomeno.
La Global Alliance Against Child Sexual Abuse Online tenterà poco alla volta di risalire la filiera: dalle immagini che circolano online, passando per i principali snodi di distribuzione, cercando le fonti principali per arrivare alla produzione, all’abuso ed alla violenza. Alle vittime, possibilmente: questa è la finalità prima, a tutela di chi subisce violenza senza che fino ad oggi si sia potuto fare abbastanza per difendere o osteggiare con efficacia il fenomeno.
I primi risultati si vedranno presumibilmente nel medio periodo, quando dall’alleanza scaturiranno protocolli operativi in grado di restituire concreti passi avanti nella tutela dei minori. Trattasi peraltro di un cambio di prospettiva significativo sotto molti punti di vista: Internet non è più il soggetto da combattere, ma lo strumento da monitorare per fare emergere tutto quel che è pedopornografia. Il reato non avviene infatti online, ma è online che si manifesta. Ed è online che potrà essere identificato. E combattuto.