Questa volta si fa sul serio. Benché si parli da mesi della possibilità che alcune grandi testate giornalistiche statunitensi possano far pagare per accedere ai propri contenuti online, fino a oggi non si registrano esempi eclatanti di questa nuova politica economica. A inaugurare le danze, da gennaio, sarà la versione online del New York Times.
Stando a quanto ha dichiarato la proprietà della testata, da gennaio sarà infatti introdotto un modello di business ibrido che si affiancherà al tradizionale canale di introiti generati dalla pubblicità online.
A quanto pare, la scelta del New York Times sarà quella di permettere ai navigatori la lettura gratuita di un certo numero di contenuti, al momento non si sa quanti e di che tipo, superato il quale scatterà l’opzione del pagamento. Anche sul quanto sarà necessario pagare, ancora non si sa molto.
Considerando che recenti ricerche effettuate negli Stati Uniti hanno dimostrato come i navigatori non siano disposti a pagare per le news online, la strategia di una modalità ibrida free + premium, basata sul numero di contenuti, potrebbe essere un compromesso sensato per sperimentare i benefici di un modello di business tutto da inventare.
In attesa di sapere di più sui dettagli dell’operazione, non resta che chiedersi se questo modello, qualora si rivelasse economicamente vantaggioso, potrà essere applicato anche ai giornali nazionali.