Da quel che si capisce pare una buona idea, quella annunciata dal New York Times: sperimentare nuove soluzioni in una sezione specifica prima di importarla nella Home Page. Come capita spesso con le buone idee, è quasi lapalissiana, eppure pochi altri editori ci avevano pensato.
La Home Page di una blasonata testata giornalistica è la gallina dalle uova d’oro, la vetrina di un sito di informazione nella stessa misura in cui lo sono la prima pagina o la copertina per le versioni a stampa. Al maggior flusso di contatti in entrata, corrispondono i banner pubblicitari più ricercati e più costosi per gli inserzionisti. Meglio andarci piano con le sperimentazioni.
Così, al New York Times hanno pensato ad un altro luogo, un “Public Beta Testing Site” denominato Beta620 in riferimento all’indirizzo del palazzo sede del giornale, al 620 dell’Ottava strada. Partirà nel mese di luglio e si tratta di un luogo dove più liberamente si sperimenteranno nuove idee e applicazioni. Lo spiega Mark Frons, a capo del dipartimento tecnologico del giornale:
La nostra speranza è di essere capaci di portare nuove idee al giornale dopo aver provato più velocemente sul beta pubblico i prototipi invece di usare direttamente il NYTimes.com. E una volta fatto, senza il rischio di scompigliare il sito o entrare in conflitto con altri progetti di sviluppo.
Il più grande giornale online americano (32,5 milioni di visitatori unici lo scorso mese) ha già sperimentato molto in passato. Con alterne fortune. Il Time Extra, per esempio, è durato un solo anno. Il sistema permetteva ai lettori di visualizzare collegamenti con le miniature di blog e altri fonti concorrenti. Ma i lettori non apprezzarono.
Ha funzionato invece il bottone alla fine degli articoli, “more in”, che permette di leggere articoli su argomenti simili interni al sito. Anche Time Skimmer e Times People sono in fase di sperimentazione, e stanno andando bene. Tutti strumenti che in Italia non si vedono.
Ora però ci sarà una casa per tutto questo. Come interpretarlo?
Probabilmente l’intenzione di arrivare al pagamento delle news nel 2011 mantenendo però una parte gratuita, corrisponde all’intenzione di non toccare la Home Page. Questa beta pubblica non scarta l’opinione dei lettori e punta sul loro contributo. Non solo quindi citizen journalism, ma pure citizen tester.
Non sarebbe una buona idea anche per i nostri giornali, visto che nelle rare occasioni in cui a fatica innovano non mostrano particolare attenzione per le abitudini dei loro lettori?