Ask.com ha raggiunto l’undicesima versione. Con la nuova release il quinto motore di ricerca al mondo per numero di query composte tenta di portare ancora più in avanti il lavoro di conquista di una nicchia di utenti che coltiva ormai dal 2003.
Nel nuovo Ask.com si punta ancora di più sulla funzionalità Q&A, ovvero nellacapacità del motore di rispondere a domande fatte in un linguaggio simile a quello naturale o quantomeno di fornire un set di domande possibili intorno agli argomenti menzionati nella stringa. Inoltre la nuova versione punta a non restituire semplicemente link che rilancino verso le risposte, ma direttamente le risposte stesse nella pagina dei risultati.
Ovviamente Ask nella nuova versione ha anche aumentato i siti indicizzati e soprattutto il materiale indicizzato per ogni sito, oltre a rivedere tutto il suo sistema di priorità che stabilisce quali siti vadano più in cima nell’elenco dei risultati. Anche la velocità di elaborazione è stata aumentata secondo la compagnia del 30%.
Le risposte ovviamente ancora non sono in grado di soddisfare tutte le domande, ma probabilmente con un po’ di esperienza consentiranno di arrivare ai dati che si cerca più velocemente di Google. Quest’ultimo non solo ha il dominio del settore, ma soprattutto ha una serie di bracci tematici che possono assolvere a compiti specifici (come Google Scholar, Google Movies, Google Books, Google Blog Search, eccetera).
Eppure il settore delle risposte è da sempre terreno di Ask, che già nella sua precedente incarnazione denominata Ask Jeeves, a metà anni ’90, era tra i motori più utilizzati della rete proprio per la sua capacità di fornire risposte immediate. Poi a cavallo dello scoppio della bolla speculativa il motore si è dedicato ad altro (forniva soluzioni per aziende) perdendo così il treno e tornando ad offrire servizi al consumatore nel 2003, in un mondo a quel punto dominato da Google.
E Google lascia solo le briciole. Se già Yahoo e Live che sono i diretti inseguitori non sembrano avere speranze di colmare un gap impossibile figuriarsi il quinto classificato, detentore di una quota che ottimisticamente oscilla tra il 4 e il 7% del totale delle ricerche effettuate.
È lo stesso Jim Safka, CEO della compagnia, a dichiarare che il problema è che la gente non ritorna: «ad ogni nuova versione la provano, ma poi non ritornano». Impossibile fidelizzare gli utenti: Google è il motore eletto, convincere a cambiare abitudine è cosa quantomai ardua. La nuova versione sembra che, in proposito, possa però fornire esiti migliori: è ciò in cui confida il gruppo.