Da qualche giorno possiamo ammirare in TV l’ultimo spot pubblicitario della Sony per pubblicizzare i propri televisori LCD BRAVIA.
Dopo le palline che rimbalzano nello spot Balls e i giganteschi spruzzi di vernice in Paint, è arrivato il coniglio rosso fatto con la pasta da modellare Play-Doh che chiude, così, la trilogia pubblicitaria colour like no other dedicata alla serie BRAVIA.
La prima volta che ho visto questi spot ho subito pensato: “Incredibile cosa si riesce a fare oggi con gli effetti speciali digitali…” beh, mi sbagliavo: tantissimo lavoro è stato fatto con le tecniche tradizionali…
Nel caso di Play-Doh sono state davvero usate ben 2,5 tonnellate di pasta da modellare per realizzare centinaia di coniglietti (compreso quello rosso da 10 metri), cubi colorati, onde viola e tutto il resto.
Le riprese sono state effettuate per le vie di Manhattan nel corso di tre settimane con l’aiuto di ben 40 animatori che muovevano gli oggetti per ottenere ogni singolo fotogramma (questa tecnica è detta claymation). Per complicare il tutto c’erano anche i newyorkesi che si aggiravano tranquillamente per il set…
Nel caso di Paint (ricordate le esplosioni di vernice che coloravano alcuni palazzi?), le scene sono state girate in un quartiere abbandonato di Glasgow e sono stati impiegati 70.000 litri di vernice, centinaia di detonatori e mortai sotto il controllo di una troupe di circa 200 persone.
Sono rimasto stupito nel venire a conoscenza di questi dati e quindi mi piacerebbe conoscere la vostra opinione: quando, secondo voi, le tecniche artigianali sono migliori di quelle digitali?
Conoscete altri esempi recenti simili in cui si esalta la capacità dell’uomo piuttosto che quella della macchina?