Il P2P si organizza e lancia la riscossa

Nuovi protocolli, nuovi software, anonimato e sicurezza: con questi cavalli di battaglia il file sharing lancia l'ennesima sfida alle major in difesa di un diritto che gli avversari vedono come un oltraggio.
Il P2P si organizza e lancia la riscossa
Nuovi protocolli, nuovi software, anonimato e sicurezza: con questi cavalli di battaglia il file sharing lancia l'ennesima sfida alle major in difesa di un diritto che gli avversari vedono come un oltraggio.

Dopo i recenti attacchi diretti agli utenti ecco immediatamente la controffensiva del mondo P2P. Le nuove mosse prendono il via sulla scia della difesa dell’utente: scambi sicuri e anonimi sono il primo obiettivo per il futuro del file sharing.

Pablo Soto, sviluppatore di Blubster, erge ad esempio la rete MP2P (Manolito Peer-to-Peer): 200.000 utenti che condividono 52 milioni di file, il tutto in modo assolutamente anonimo. Il segreto sta nel protocollo utilizzato, il nuovissimo UDP “senza connessione” che non rivela i collegamenti tra i nodi e non lascia tracce sui contenuti scambiati. Dunque risultano leggibili solo i numeri IP, ma non il materiale eventualmente condiviso: si dice il peccatore ma non il peccato in questo caso.

A quanto pare il P2P si sta organizzando in numerose “lobby” con le quali si cercherà di combattere le major. La voce proviene da sviluppatori vicini al mondo del file sharing e gli ultimi avvenimenti propendono per una qualche imminente forma di organizzazione ufficiale.

Nei giorni scorsi un incontro tra major e mondo p2p aveva lasciato presumere ad una concreta scesa in campo con la fine delle scaramucce verbali. A colpi di proclami, per ora, la battaglia continua.

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