Ci troviamo di fronte ad uno scenario che pone sempre di più l’utente come attore e giudice di quello che è un servizio e/o un contenuto.
Alexandre Cabanis in uno dei capitoli della sua tesi cita i tre periodi storici di Thomas L. Friedman (“The World is flat“) e si ferma sull’ultimo, quello attuale, che vede l’individuo inserito nel mondo globale.
Specifico che viene riportato il concetto di individuo nel mondo globalizzato e non vengono assolutamente fatti riferimenti a problematiche sociali che anni fa diedero adito al dibattito tra Friedman e Bhagwati.
Nel periodo storico in cui siamo lo scambio è diventato immateriale e non più materiale e come punto di incontro e motore ha l’individuo, che crea e fa circolare l’informazione tramite e verso altri individui. Ma dare informazioni non è un vero scambio a meno che non si consideri come contropartita la stima (o la rilevanza) che si acquista dando informazioni.
All’interno di questo meccanismo di informazioni, il dialogo non è davvero necessario, i commenti non creano dialogo. Solo le statistiche di accesso svelano che c’è audience.
Ci sarebbe da riflettere molto su questo passaggio.