Il prossimo premio Nobel per la Pace, dopo quello assegnato non senza polemiche al neo eletto presidente americano Barack Obama, potrebbe essere conferito al Web. A chi sta scrivendo, a voi che state leggendo, ai milioni e milioni di persone che nell’intangibile ma ormai onnipresente network mondiale ogni giorno si scambiano informazioni, dibattono, contribuiscono ad abbattere quegli invisibili e, a volte, invalicabili ostacoli contro i quali ancora oggi si scontra il veicolo della libera espressione.
A sostenere la candidatura, lanciata nei mesi scorsi dalla redazione italiana di Wired, arriva oggi anche il sostegno di 160 parlamentari italiani, firmatari di una proposta sottoscritta dal Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, oltre che da premi Nobel del passato, come l’iraniana Shirin Ebadi.
Mai nella storia del Nobel tanti parlamentari, di tutti i partiti, hanno sostenuto una candidatura. Qualcuno dirà che una firma non si nega a nessuno, ma credo che in queste ci sia un forte impegno politico, per difendere la Rete e la cultura, per un futuro tutto da costruire.
Così Riccardo Luna, direttore di Wired Italia, ha commentato l’adesione all’iniziativa giunta dai palazzi della politica nostrana.
Sul nuovo numero della rivista è riportato l’elenco completo dei politici che hanno appoggiato la candidatura. Chissà che fra di loro non ci sia anche qualcuno che, pentito dei suoi trascorsi, abbia rivalutato le proprie posizioni in favore di un Web libero da qualsiasi tipologia di censura o costrizione.