Solo un paio di righe per fare una considerazione: il successo di Windows è la causa di tutti i suoi mali?
Forse… e per due ragioni distinte.
Da un lato per il fatto che Windows 3.0 ottenne successo inaspettato, dall’altro è comunque vero che una piattaforma molto diffusa è anche molto più bersagliata da cracker in grado di sfruttare le falle che inevitabilmente un prodotto informatico complesso contiene.
L’ultimo punto è molto discusso anche in ambiti diversi dai Sistemi Operativi: pensando alla guerra dei browser c’è chi ricordava agli utenti di FireFox che la sua sicurezza effettiva sarebbe diminuita col diffondersi della piattaforma. Ci sono paesi in cui Mozilla ha un buon 15% del mercato dei browser, quindi le falle di questo browser iniziano a diventare interessanti per chi vuole disegnare siti in grado di veicolare attacchi all’utente.
Per quanto riguarda Windows (o Internet Explorer) la cosa è altrettanto vera, per il solo fatto di essere in una posizione di assoluta dominanza del mercato, anche una minima vulnerabilità (diciamo, in grado di essere eseguita dal 3% dei client), diventa interessante da sfruttare.
Riguardo alla sua genealogia, il discorso si fa ben più interessante. Come alcuni ricorderanno Windows è nato come interfaccia grafica di DOS, non come sistema operativo vero e proprio.
La prima versione era addirittura limitata dalle pretese brevettuali di Apple: non c’era un cestino e le finestre non potevano sovrapporsi in quanto la casa di Cupertino riteneva di essere titolare di questi paradigmi (oggi il cestino c’è, grazie a un accordo raggiunto tra le due software house).
Microsoft iniziò a lavorare con IBM su un nuovo sistema operativo, che doveva implementare schemi di robustezza pari al mondo UNIX e soppiantare completamente DOS: si trattava di OS/2.
Nei piani delle due aziende sarebbe stato “il futuro”, Steve Ballmer lo chiamò addirittura “Windows Plus” e in ogni momento Microsoft ricordava che era vicina la morte del DOS.
Tuttavia l’inaspettato successo di Windows 3.0 iniziò a convincere Microsoft a rompere l’intesa con IBM. Altre ragioni per farlo erano di tipo commerciale: IBM voleva un sistema per i suoi computer, mentre Microsoft avrebbe voluto ripetere il successo di DOS lasciandolo in licenza a tutti i produttori.
Resta il fatto che una piattaforma progettata per un ambiente mono-utente e mono-task (DOS+Win3.1) è diventata il punto di partenza per il sistema operativo Windows95. Da allora ogni release ha comportato la difficoltà di aggiornare il codice senza perdere la compatibilità con le versioni precedenti, o quella di modificare l’architettura senza stravolgerla. Un esempio esilarante è il racconto in questo sito dell’inferno delle DLL, ovvero quando un abbozzo di codice condiviso per programmini Windows 3.1 diventa la colonna fondante della programmazione Windows.
OS/2 è effetivamente venuto alla luce, commercializzato da IBM. Tuttavia le scelte radicali fatte in fase di progettazione lo resero incompatibile con Windows sotto molti aspetti e, mentre il primo arrivava preinstallato con i PC, OS/2 era un costoso pacchetto a parte. Anche IBM l’ha abbandonato e oggi è in mano di eComStation.
Nostalglia a parte… come sarebbe oggi Windows se il progetto congiunto originario OS/2 fosse stato portato a termine? Non so perché ma considero OS/2 una scelta di rinnovo radicale per un sistema desktop paragonabile a quella (fatta da Apple molti anni dopo) di basare il nuovo sistema MacOS su UNIX, facendo nascere Mac OS X.
Sarebbe stata una scelta coraggiosa e in grado di prevenire molti problemi di sicurezza affrontati negli anni.