Il primo tweet non si scorda mai

Un sito mostra il primo tweet di qualsiasi account. Controllare politici, twistar e fake ai loro esordi è divertente, a volte anche istruttivo.
Il primo tweet non si scorda mai
Un sito mostra il primo tweet di qualsiasi account. Controllare politici, twistar e fake ai loro esordi è divertente, a volte anche istruttivo.

Il primo tweet non si scorda mai. Oppure sì? In questo caso niente paura, c’è un sito che sta diventando una vera mania dell’ultima ora: Discover your first tweet permette di riprodurre il primo cinguettìo in Rete del proprio account Twitter e quello di chiunque altro. Un gioco, certo, ma anche un interessante viaggio a ritroso dei primi approcci di noti influencer e twistar. Chi vuole cercare il proprio primo tweet può compilare direttamente il modulo a fondo pagina e scoprire così quale sia stato il proprio primo passo su Twitter; chi vuole invece vedere l’esordio di alcuni nomi altisonanti, può effettuare una ricerca ad hoc.

Il tuo primo tweet

Di cosa stupirsi, ad esempio, se il primo tweet del politico che più di tutti ha sfruttato questo social, Matteo Renzi, riguardi la politica? Forse però è indicativo anche che il primo tweet del futuro segretario del Partito Democratico criticasse proprio quel partito. La battaglia dentro-fuori del premier si nota da subito, dal primo contenuto spedito in Rete e re-twittato, all’epoca, soltanto 4 volte. A volte una carriera può iniziare anche così, e oggi i retweet sono sicuramente molti di più di allora.

E Beppe Grillo? Un tono ironicamente minaccioso, perfettamente in linea con la verve da palcoscenico del comico. Del resto Grillo giungeva a Twitter dopo essersi già affermato ai vertici della blogosfera nazionale, il che rendeva questo esordio qualcosa in più di un semplice esperimento.

Della generazione meno internettiana non si resiste alla tentazione di controllare il primo messaggio a 140 caratteri di uno come Pierluigi Bersani, che, subito concretissimo e senza prendersi il disturbo di fare un saluto alla community, fa del primo tweet un invito a un incontro:

Il peggiore, dal punto di vista della comunicazione politica, è certamente Mario Monti. Il premier del governo tecnico ha fatto l’errore più comune di chi usa i social senza capirne il valore, cioè aprendolo per proprio tornaconto e poi non aggiornandolo una volta caduto il ruolo che l’aveva spinto ad aprirlo. Così, il primo tweet è datato 23 dicembre 2012, quando Monti era già presidente del Consiglio da un anno, e poi l’attività social si è molto diradata fino a quasi scomparire quando alle elezioni della scorsa primavera si sono create le condizioni per un governo bipartisan di tipo partitico.

Più simpatico e innocuo Angelino Alfano, l’unico a rispettare la netiquette che vuole un saluto come ingresso nel web: il suo tweet è da manuale, anche troppo.

Le twistar

Tra le twistar ci sono molti giornalisti. Quello che in assoluto vanta più follower e una certa abilità e conoscenza dello strumento è senza dubbio Beppe Severgnini. Lascia però un po’ delusi che il suo primissimo cinguettìo sia un banale sberleffo agli juventini, insomma: un tweet da tifo calcistico. Strano: nel 2009 gli “Interismi” erano già alle spalle. Ma il cuore nerazzurro è notoriamente molto appassionato e la Juventus di quella stagione decisamente un bersaglio facile.

Chicco Mentana non tradisce invece la sua professione, e il primo tweet – pubblicato nel dicembre del 2012, come Monti – riguarda la politica e precisamente il Quirinale. Il rapporto tra il celebre giornalista, conduttore del Tg di La7, e il social network è poi scemato. E ora vanno più forte i suoi fake.

Il primo tweet di un grande influencer della Rete, @insopportabile, è degno di lui: un manifesto e una dichiarazione di intenti, poi sempre rispettati.

Così come è programmatico anche il primo tweet di @nomfup, nickname dietro il quale ci cela il blogger Filippo Sensi, oggi a capo dell’ufficio stampa del PD, che linkava nel 2009 un post sul proprio blog. A tema, naturalmente, umorostico-politico.

E una nuova twistar molto seguita come Domitilla Ferrari, che sui social network e le relazioni umane ha persino scritto un libro? Sicuramente ha iniziato molto presto, il 6 febbraio del 2008, cadendo però nella grammatica Facebook, parlando di sé in terza persona. Questione di abitudine.

Di alcune twistar è purtroppo complicato trovare i primi tweet, perché gli account sono stati chiusi, poi riaperti magari con un nuovo nome. È il caso di @Fiorello, che come Mentana ha vissuto diverse crisi a proposito del social network e il rapporto tra popolarità e privacy. Dunque ha poco valore (o forse storicamente ce l’ha) il primo tweet nel quale il redivivo enternainer rassicurò i suoi fan:

I fake

Twitter non sarebbe la stessa cosa senza i fake account. Alcuni di questi sono prodotti tipici italiani, legati al dibattito politico a volte asfissiante. Così alcuni geniali autori, professionali oppure amatoriali, hanno creato finti account di personaggi celebri che a volte sono molto più seguiti di quelli originali. Non si offenda nessuno se si aggiunge che spesso sono anche più interessanti.

È il caso di @Casalegglo, la parodia del “guru” del M5S, capace di twittare ogni giorno delle vere perle di comicità. Spesso il finto Casaleggio propone soluzioni semplici a problemi complessi, l’ultima delle quali è «Aumentare sicurezza. Password scritte molto molto piccole.». Tuttavia, il primo cinguettìo che il sito propone è quello di Dottor Caino, un altro account molto divertente. La ragione è che il sistema riconosce la prima azione di un account, quindi in questo caso fu il re-tweet di un altro contenuto.
https://twitter.com/dottorcaino/statuses/211108745223225345

Impossibile resistere a Gianni Kuperlo, il falso account dell’acerrimo avversario di Renzi, descritto come grigio e triste burocrate di partito nostalgicamente legato al vecchio PCI, troppo colto per essere compreso e D’Alemiano convinto. Il primo tweet, datato luglio 2013, in piena crisi del partito dopo le elezioni e la nomina di Enrico Letta, è degno di nota:

Uno dei fake politici più divertenti in assoluto, non c’è verso, è @aleilbattista, che prende in giro il “Che del M5S”: in pochi mesi di attività è già in grado di alimentare trend topic, vanta duemila follower ma c’è chi scommette siano destinati a crescere. Ed è ovvio: anche l’originale è un personaggio politico in ascesa.

Il tuo primo tweet

Inserisci il tuo nome su Twitter nel campo in basso e premi il pulsante per leggere il tuo primo tweet:

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