Un solo tweet (ed altri due nel giro di poche ore), ma già oltre 600 mila follower nella sola versione internazionale: l’account @pontifex (@pontifex_it per l’Italia), che fa capo a Papa Benedetto XIV, ha emesso il proprio primo cinguettio alle ore 11.28 del 12.12.12:
«Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi via twitter», ha scritto il Pontefice: «grazie per la vostra generosa risposta». A cui fa seguito la prima benedizione in 140 caratteri: «Vi benedico tutti di cuore».
Con questo messaggio il Vaticano apre un nuovo canale di comunicazione: un click che parte da un iPad ed al quale hanno immediatamente fatto seguito migliaia di retweet. L’apertura dell’account è seguita con estremo interesse da parte di chi intende capire le dinamiche di un fenomeno di questo tipo, ma è stato altresì accolto da un certo sarcasmo (spesso vuota ironia) circa il messaggio di evangelizzazione trasmesso per via di uno dei maggiori social network sulla piazza.
Un tweet che, per molti versi, chiude un cerchio. Il precedente Pontefice, Giovanni Paolo II, aveva a suo tempo aperto la strada:
L’interesse della Chiesa per Internet è un aspetto particolare dell’attenzione che essa riserva da sempre ai mezzi di comunicazione sociale. […] La Chiesa si è spesso dichiarata convinta del fatto che i mezzi di comunicazione sociale sono […] “meravigliose invenzioni tecniche” che pur facendo già molto per soddisfare le necessità umane, possono fare ancora di più […] La Santa Sede è attiva in quest’area da diversi anni e continua a espandere e a sviluppare la sua presenza su Internet. Incoraggiamo i gruppi legati alla Chiesa che non hanno ancora compiuto il passo per entrare nel ciberspazio a prendere in considerazione la possibilità di farlo al più presto. Raccomandiamo con forza lo scambio di idee e informazioni su Internet fra coloro che hanno esperienza in questo campo e coloro che invece sono principianti
L’account @Pontifex sarà con ogni probabilità legato alla figura del Papa più che alla sua persona (lo conferma il nome stesso dell’account), il che significa che sarà trasmesso in eredità al futuro pontefice come testimonianza del passo che la Chiesa ha compiuto nella propria evoluzione comunicativa.
Un tweet che è significativo, quindi, più per lo strumento usato che non per il contenuto trasmesso. Mai come oggi, insomma, il mezzo è il messaggio.