Il processo ad Apple deve finire?

Il processo ad Apple deve finire?

In seguito alla conferenza stampa che Steve Jobs e i suoi hanno convocato in extremis per il venerdì sera appena passato, le sensazioni che ci restano sono contrastanti. Da una parte un po’ di delusione per l’aver visto Apple in seria difficoltà con questo problema. Appare evidente infatti che nessuno, per ora, dello staff Apple sia riuscito a trovare una soluzione per il problema “death grip“. Dall’altra dispiace vedere uno Steve Jobs che si prostra chiedendo scusa, ammettendo l’umanità di Apple e dichiarando:

non siamo perfetti

Jobs ci ha sempre abituato a keynote trionfali, pieni zeppi di elogi ai propri prodotti e al proprio staff. Keynote dai quali emergeva sempre l’immagine di un’azienda vincente su ogni campo, sicura del proprio percorso oltre ogni ragionevole limite. L’immagine di Apple che abbiamo dopo la conferenza di ieri è invece quella di una società in balia degli eventi mediatici, che non ha ancora ben presente come muoversi e come agire.

Il colloquio con i giornalisti avvenuto venerdì è infatti stato poco chiarificatore. Apple non ha ancora saputo spiegare adeguatamente perché è sufficiente un solo dito per azionare la “death grip” mentre nel caso degli altri smartphone, che dovrebbero aver comportamento simile, è necessario perlomeno afferrare quest’ultimi con l’intera mano. Inoltre, tralasciando il video iniziale, è mancata quell’ironia che ha da sempre caratterizzato i discorsi di Jobs. Questo è il segno più evidente di quanto anche Jobs fosse nervoso.

Per risollevarsi Apple ha deciso che la tattica migliore sarebbe stata quella di far perno sulla fiducia dei consumatori. La frase infatti più ripetuta venerdì sera è stata:

noi amiamo i nostri utenti, e ci facciamo a quattro per farli felici

Inoltre gli uomini di Cupertino hanno cercato di toccare il cuore della gente scusandosi e facendo presente d’essere umani e soggetti a errori anche loro. Però c’è una cosa molto più importante che è emersa dalla conferenza di ieri e sulla quale i blog, le testate giornalistiche e gli altri mezzi di informazione dovrebbero soffermarsi: i dati.

Se quanto dichiarato da Apple è vero, e non può esser altrimenti visto che in questo caso, più che mai, sono anche coinvolti gli investitori in borsa, la percentuale di iPhone problematici è davvero bassissima. Si è parlato di un 0,55% di utenti che si sono rivolti ai servizi di assistenza e di un misero 1,7% di iPhone 4 restituiti rispetto al 6% che aveva fatto segnare iPhone 3G S.

Basandoci sui dati di vendita (3 milioni di dispositivi venduti, a quanto dichiarato da Apple) ciò vuol dire che gli iPhone realmente problematici sono stati solo 16.500 e quelli restituiti sono stati 51.000. Cifre veramente irrisorie che non giustificano in nessun modo il clamore che si è creato attorno a questa vicenda. Per quanto sia utile e giusto che i blog e i mezzi di informazione parlino di queste vicende appare infatti che alcuni abbiano deciso di accanirsi contro Apple in maniera decisamente esagerata.

Oltre alle uscite di Gizmodo si possono infatti contare anche l’articolo di Bloomberg, definito da Jobs:

a total bullshit

e altre testate le quali si sono scagliate in questo modo probabilmente per conquistare un po’ di visibilità (per non parlare delle società rivali, tutte pronte a cogliere l’occasione per far sgambetti ad Apple). Come giustamente ha sottolineato Jobs infatti si ha l’impressione che almeno metà dei dispositivi sia problematico quando si tratta invece di un misero 0,55%. Invece di seguire il trend e invece di inseguire la fama distorcendo la realtà molti dovrebbero infatti fermarsi a riflettere e cercare di formulare un proprio pensiero sensato.

Ci si augura ora che in seguito alle mosse di Apple questo mattatoio mediatico finisca e che venga consentito allo staff di Cupertino di riprendere il lavoro a pieno regime oltre che alla clientela di ricominciare ad acquistare prodotti della Mela con la sicurezza avuta fino a oggi. I video diffusi da Apple sul proprio sito Web dimostrano infatti che iPhone 4 non è l’unico a soffrire di questi problemi ma molti altri dispositivi ne sono affetti. Perché allora Apple è stata costretta a prendere questi provvedimenti anche se, ormai è assodato, in rarissimi casi essi sono stati veramente compromettenti mentre le altre società possono tranquillamente permettersi di schernire la Mela?

D’altronde tutti si domandano il motivo per il quale un colosso come Microsoft ha visto morire Kin One e Kin Two in silenzio, senza subire alcun processo mediatico e subendo ben pochi sberleffi.

Voi cosa ne pensate? Le mosse di Cupertino (Custodie gratis per tutti e possibilità di restituire il device se non soddisfatti) sono sufficienti a riconquistare la fiducia dei consumatori? L’iPhone 4, alla luce dei dati, è un dispositivo valido e, soprattutto, lo comprerete?

Non resta che attendere la risposta del mercato, e di voi lettori, che siete il giudice più affidabile, per capire se i ragazzi di Cupertino sono riusciti a colpire nel segno.

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