Tranquillizzatevi, non è un articolo vietato ai minori, bensì un articolo incentrato su una curiosità che molti utenti hanno spesso nelle discussioni sui vari forum che parlano di connettività.
Ormai è noto che Telecom mesi addietro ha proposto un suo piano per sconfiggere il fenomeno del Digital Divide, progettando investimenti per portare la banda larga anche se ridotta e limitata al taglio più piccolo (640Kbit) nelle aree multimediamente disagiate.
La soluzione è stata quella di installare nelle centrali telefoniche mini-dslam che permettono di offrire la banda larga agli utenti.
La domanda appunto che molti si sono fatti è: che cosa o meglio come sono fatti questi mini dslam visto che già il loro nome è un programma….
La risposta la diamo grazie a “pilovis” e “fbracal”, due utenti del forum di Html che sono andati a spulciarsi le schede tecniche dei produttori di questi hardware trovando alcuni di questi modelli in questione.
Le schede tecniche che mettono a nudo questi apparati li trovate a questi link: legasys, marconi-1, marconi-2.
Ma cos’è uno Dslam? Credo che questa sia una buona occasione per cercare di capire, in maniera semplice, che cosa sia questo apparato che viene citato molte volte nelle discussioni sulla banda larga, ma che pochi effettivamente conoscono.
Dslam sta per “Digital Subscriber Line Access Multiplexer” ed è una macchina di elaborazione di segnali digitali.
A queste macchine vengono collegati i doppini telefonici che arrivano dalle nostre abitazioni e li il segnale della fonia viene in prima battuta separato e veicolato sulla rete telefonica.
In seconda battuta il segnale per “internet” viene invece instradato prima nelle reti Atm e poi sulla grande rete Internet.
Da qui capiamo la funzione fondamentale di queste apparecchiature che separano e reinstradano le varie tipologie di segnale.
Capiamo anche quanti problemi possano dare gli dslam se dovessero arrivare a saturazione o guastarsi.
I mini-dslam, che sono l’oggetto di questo articolo, fanno tutto questo, solo che permettono di supportare meno utenze e assegnare meno banda all’utente.
Rimangono comunque una soluzione che permette di arrivare a coprire zone laddove prima la banda larga era solo una chimera.