I rischi legati alla sicurezza informatica dell’utilizzo dell’apparecchiatura di Huawei nelle reti 5G sono gestibili, secondo un rapporto dell’intelligence britannica. Il Financial Times ha ottenuto la notizia, affermando che, per il National Cyber Security Center (NCSC) del Regno Unito, ci sono modi per mitigare le minacce poste dalle infrastruttre della compagnia cinese.
Il rapporto arriva in un momento cruciale della vicenda, che vede gli Stati Uniti essere sul punto critico di vietare ufficialmente l’uso dell’hardware sia di Huawei che di ZTE, in ottica delle reti 5G. Gli Usa, c’è da dire, hanno già reso illegittimo l’utilizzo da parte del governo della parte network e radio ma si attende ancora una comunicazione ufficiale, che renda burocraticamente nota la questione. La preoccupazione principale per Washington non è in evidenze ma in una legge sulla sicurezza nazionale cinese del 2017, che potrebbe costringere le aziende a sostenere gli sforzi di intelligence del governo aprendo attrezzature sensibili al loro monitoraggio.
Il Times suggerisce che le conclusioni della NCSC potrebbero influenzare le politiche di sicurezza nel resto d’Europa. Il Regno Unito è l’unico paese europeo membro dell’intelligence dei Five Eyes, con Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Canada, e dunque avrebbe la forza per guidare le scelte delle nazioni continentali. L’alleanza permette alla terra d’Albione di avere accesso alle informazioni che il resto dell’Europa non ha, aggiungendo peso alle conclusioni delle sue agenzie di sicurezza. Attualmente, due importanti reti di telecomunicazioni del Regno Unito hanno dichiarato che non useranno le apparecchiature Huawei nei loro piani di implementazione 5G. Si tratta di EE, che si appella ad una policy del 2006 applicata dalla sua casa madre BT, e di Vodafone, che ha affermato di aver “sospeso” l’uso delle infrastrutture alla luce del dibattito sulle sue implicazioni in termini di sicurezza. I due principali vettori britannici che rimangono, O2 e H3G, non si sono pronunciate e non pare vogliano fare a meno della cinese.
Tuttavia, il rapporto dell’intelligenza britannica, a cui avrebbe collaborato il Huawei Cyber Security Evaluation Oversight Board, è una sorta di dietrofront rispetto a quanto affermato sinora. Anche perché i risultati sono in contrasto con gli atteggiamenti e le politiche degli altri membri globali dei Five Eyes, visto che sia l’Australia che la Nuova Zelanda hanno vietato l’uso delle apparecchiature Huawei nelle reti 5G dei loro paesi. Il Canada deve ancora prendere una decisione in merito, anche se alcuni esperti hanno suggerito che questo ritardo è dovuto alla detenzione in corso di tre cittadini canadesi in Cina.