Ricorre oggi l’anniversario della scomparsa di Adriano Olivetti, figlio di Camillo Olivetti, fondatore della storica azienda un tempo punta di diamante dell’industria informatica dell’Italia.
A 50 anni dalla sua scomparsa, Adriano Olivetti viene ricordato ancora oggi per il suo forte impegno politico e le notevoli capacità manageriali, che portarono l’azienda di famiglia ad essere, negli anni del dopoguerra, la prima azienda del mondo nel settore dei prodotti per ufficio.
Furono quelli gli anni in cui Adriano Olivetti mise a frutto la sua voglia di sperimentare e di innovare che vide la sua azienda essere pioniera in diversi settori della tecnologia, unendo le abilità di dirigente industriale alla ferma idea di mettere al primo posto il rispetto dei diritti umani, al punto da applicare la cosiddetta democrazia partecipativa anche dentro la sua stessa attività.
Dell’impegno politico di Adriano Olivetti va ricordato invece il percorso che lo portò, dalle posizioni vicine al fascismo del primo periodo, ad un forte sentimento antifascista che gli costò l’esilio in Svizzera durante il periodo della guerra, per arrivare a quando, al cessare delle ostilità, rientrò in Italia per prendere il controllo dell’azienda fondata dal padre.
Fu allora che, anche grazie all’impegno e alle idee innovative di Adriano Olivetti, negli anni a venire si assistette alla crescita dell’azienda italiana, che raggiunse il culmine negli anni ’60, quando la diffusione di prodotti Olivetti era quasi totale un po’ in tutti gli uffici dell’Italia del boom economico, quegli uffici in cui non mancavano apparecchi entrati nella storia come la macchina contabile Audit, la fatturatrice Mercator o la macchina da calcolo Divisumma 24, presente, quest’ultima, in numerose attività commerciali private.
Sempre di quegli anni si ricordano poi il Logos 27/1/2/3, un progetto ambizioso ma molto esoso in termini economici, in grado di andare a infastidire le prime calcolatrici elettroniche provenienti dal Giappone, così come arrivò in quel periodo una novità che si confermerà tra le più innovative del periodo, ovvero il P101, quello che può essere considerato il primo personal computer e che venne presentato alla fiera di New York del 1965.
Furono quelli gli anni più importanti per l’industria informatica italiana, un periodo d’oro seguito poi da un inesorabile declino fino ad arrivare ai nostri giorni, in cui l’Italia ha purtroppo perso il vecciho ruolo di preminenza in questo settore, sorpassata dagli USA e dai paesi orientali.